La Utet Grandi Opere non esiste più: il fallimento della Utet Grandi Opere S.p.a è stato dichiarato dal Tribunale di Milano che ha aperto la procedura lo scorso 15 ottobre, anche se la notizia si è diffusa solo nelle ultime ore, grazie soprattutto al linguista Raffaele Simone che ha postato su Facebook uno “status” che ha fatto il giro delle bacheche degli addetti ai lavori. In realtà non si tratta comunque della chiusura totale della casa editrice, fondata a Torino nel 1791 da Giuseppe Pomba (il che la rende una delle più antiche case editrici italiane), perché gli altri marchi, quelli legati al mondo scientifico e giuridico (e che non appartengono alla Utet Grandi Opere Spa), rimangono in piedi: si tratta però dell’addio alla sua sezione di punta.
“Ho visto il declino coi miei occhi”, ha dichiarato Simone: “quando progettai per loro, dodici anni fa, il Grande Dizionario Analogico della Lingua Italiana, in due volumi (uscito nel 2011), cominciammo la lavorazione nel bellissimo palazzo di Corso Raffaello, ma la concludemmo in uno spoglio e malinconico appartamento del Lungodora... La cassa scarseggiava: in corso d’opera, la gerenza che nel frattempo era subentrata a quella storica mi chiese di rinunciare a una quota importante degli anticipi e di accettare una riduzione delle royalties (in realtà, dei miei diritti d’autore ho perso completamente le tracce: la casa non pagava diritti da anni). Che fine farà il loro magazzino? I loro archivi? Il loro catalogo?”.
La società che deteneva lo storico marchio navigava già da tempo in cattive acque. La Utet (l’acronimo sta per Unione Tipografico-Editrice Torinese) già da qualche tempo aveva perso la sua sede storica, in corso Raffaello 28 a Torino, dove si producevano opere importanti come il Grande Dizionario della Lingua Italiana, oltre 22mila pagine suddivise in 21 volumi, e poi i volumi di storia dell’arte, le enciclopedie. Nel 2002 la cessione al Gruppo De Agostini e poi nel 2013 la cessione del marchio Grandi Opere a FMR Art’è e in seguito, nel 2014, l’ingresso in Cose Belle d’Italia di Europa Investimenti S.p.A., mentre gli altri marchi (“Libri”, “Università”, “Scienze Tecniche”, “Giuridica” e “Scienze Mediche”) erano rimasti a De Agostini che ne prosegue le attività. La crisi dovuta alla pandemia ha dato il colpo di grazia alle Grandi Opere: nel marzo 2020 si era tentato il salvataggio in extremis con il concordato preventivo, ma a niente è servito. Si chiude così la storia di uno dei marchi più prestigiosi dell’editoria italiana.
Fallisce la Utet Grandi Opere. Addio alla sezione di punta della casa editrice fondata nel 1791 |