Come nasce un articolo divulgativo di Finestre sull'Arte


Come nasce un articolo divulgativo di storia dell'arte di Finestre sull'Arte: dalla ricerca bibliografica alla stesura e alla pubblicazione.

Uno dei motivi che hanno portato Finestre sull’Arte a diventare uno dei siti di storia dell’arte più letti e seguiti in Italia è senza dubbio l’impegno che profondiamo per far sì che i nostri articoli di divulgazione raggiungano standard di qualità particolarmente alti. Ogni contributo divulgativo è infatti frutto di studi e ricerche che tentiamo di “riassumere” in articoli presentati con chiarezza, senza saltare passaggi, con un linguaggio agevole, in modo che gli argomenti che di volta in volta decidiamo di trattare possano giungere a un pubblico che, nei nostri intenti, vuol essere il più vasto possibile, dacché siamo convinti che l’arte appartenga a tutti e che, pertanto, a tutti debba arrivare. Abbiamo quindi ritenuto interessante parlare con voi, lettrici e lettori, del processo che porta alla nascita di un articolo di Finestre sull’Arte. In un web in cui abbondano le informazioni di seconda mano, gli articoli copiati da fonti terze, le malcelate parafrasi dei comunicati stampa spacciate per recensioni o, più semplicemente, i contenuti che seguono le mode e che fanno apparire tanti blog e siti web l’uno il calco dell’altro, vogliamo che Finestre sull’Arte continui a essere un baluardo della qualità: o almeno questo è il nostro intento. E crediamo che far percepire al nostro pubblico il tipo di lavoro che si cela dietro ai nostri articoli sia un ulteriore modo per diffondere qualità.

Come nasce dunque un articolo di divulgazione di storia dell’arte che si può leggere sulla nostra rivista? La prima fase è, ovviamente, la scelta dell’argomento. Tendiamo a prediligere temi con cui abbiamo una certa dimestichezza, e se parliamo di un’opera d’arte cerchiamo di parlare di opere che abbiamo visto dal vivo e che conosciamo: questo potrà spiegarvi anche la leggera preferenza che accordiamo a certi temi rispetto ad altri. Se nella nostra rivista ci sono molti articoli dedicati, per esempio, all’arte prodotta tra Genova e Firenze, ciò è dovuto, molto semplicemente, al fatto che risiediamo in una terra collocata, appunto, a metà tra Genova e Firenze, e di conseguenza siamo più aggiornati sulle ricerche che riguardano queste zone piuttosto che su altri temi. Questo tuttavia non ci impedisce di trattare argomenti di varia natura: siamo curiosi e sempre aperti alle novità.

La prima cosa che facciamo ogni volta che decidiamo il tema di un articolo è una accurata ricerca bibliografica. E il modo migliore per fare una ricerca bibliografica è partire dai contributi più recenti sull’argomento. Per conoscerli conduciamo ricerche sul web, andiamo ad analizzare i cataloghi delle ultime mostre sul tema, e spesso chiediamo anche a storici dell’arte di cui ci fidiamo: da quando abbiamo dato vita al nostro progetto, siamo entrati in contatto con molti storici dell’arte validi e professionali, ci siamo creati una sorta di “rete” che copre un buon numero di temi e periodi, e queste piccole “consulenze” che i nostri amici ci offrono sono per noi una preziosa fonte d’informazioni. Questo modo di approcciarci alle prime fasi della ricerca offre un doppio vantaggio: il primo, ci aiuta ad avere contenuti il più possibile freschi e aggiornati. Il secondo, ci permette di ricostruire in modo più facile la bibliografia sull’argomento. E una volta radunati i titoli, andiamo a cercarli. Soprattutto in due posti: in biblioteca e su Google Books. Oppure, in caso di irreperibilità nelle fonti succitate, tramite acquisti in libreria o nei portali specializzati (così arricchiamo anche la nostra piccola biblioteca d’arte).

Un buon articolo si avvale sempre dei libri
Un buon articolo si avvale sempre dei libri: questi sono alcuni dei libri che abbiamo utilizzato per l’articolo sulla croce di Sarzana

Cercare sui libri è una prassi che riteniamo irrinunciabile. E non potrebbe essere altrimenti: crediamo che un articolo che non sia sostenuto da una lettura attenta di contributi sull’argomento, sia semplicemente un articolo privo di ragione d’esistere. Una corretta e buona divulgazione è quella fondata su una ricerca bibliografica che sia la più approfondita possibile. Oltretutto, con Google Books questo tipo di ricerca è diventato molto più facile rispetto a un tempo, quando tale strumento (che per noi è diventato indispensabile) non esisteva e si era costretti a lunghe sedute in biblioteca. Insomma, non ci sono scuse: Google Books consente di avere in molti casi una base minima da cui partire anche a chi non si può muovere da casa. Una base da arricchire, ovviamente, in biblioteca. In un’intervista del 2015, Mina Gregori ricordava quanto fosse importante, per uno storico dell’arte, la consultazione della biblioteca, sebbene quest’ultima fosse considerata luogo in cui tornare e non da cui partire: si parte sempre dalle opere, dal luogo in cui sono conservate. Pensiamo che l’assunto sia valido anche per chi si occupa di divulgazione. Certo: non sempre ci si riesce, soprattutto perché i tempi frenetici del web ti spingono ad avere un sito costantemente aggiornato in modo da riuscire ad arrivare meglio al pubblico, ma quando si ha tempo e modo di raggiungere le opere per vederle dal vivo, riteniamo che l’osservazione e lo studio in loco siano un obbligo. A molti l’assunto apparirà scontato, ma siamo abbastanza sicuri che esistano molti siti che, nella maggior parte dei casi, parlano di opere senza essersi presi la briga di averle viste dal vivo. Quando ci è permesso, cerchiamo anche di fotografare nel miglior modo possibile le opere nel luogo in cui si trovano (questo talvolta ci consente di soffermarci su particolari e dettagli di cui desideriamo dar conto nei nostri articoli).

La ricerca nelle riviste scientifiche di settore costituisce poi un’altra fase importante del nostro lavoro. Anche in questo caso, gli strumenti che il web mette a disposizione offrono un aiuto impensabile fino a qualche anno fa. Siti come Academia.edu, Archive, jStor (che da qualche tempo consente di leggere gratuitamente tre articoli in quindici giorni, previa registrazione di un account), oltre ai siti delle principali riviste e quelli di progetti particolari (come la Digitale Bibliothek dell’Università di Heidelberg, che ha digitalizzato un buon numero di riviste d’arte storiche, come ad esempio l’Archivio storico dell’arte e L’arte di Adolfo Venturi) sono diventati ottimi strumenti di ricerca che consultiamo sempre quando dobbiamo scrivere un nuovo articolo. Da non sottovalutare, infine, un’occhiata ai più validi siti e blog italiani e stranieri, oltre alla classica ricerca su Google: spesso abbiamo trovato interessanti sorprese (per esempio, cataloghi di mostre digitalizzati in formato PDF e messi a disposizione sul web) rivelatesi fondamentali per redigere un contributo.

Una volta raccolto il materiale, si passa alla stesura di una rudimentale scaletta con tutti i passaggi da affrontare nell’articolo (una scaletta che modifichiamo spesso), si decide la forma (anche la scelta dei tempi verbali, per esempio, è una decisione da prendere con cura) e quindi allo sviluppo, che deve esser sempre condotto sulla base di alcuni principî fondamentali della divulgazione che si possono riassumere con opportune domande: stiamo dando informazioni complete al lettore? Stiamo dando conto di tutti i punti di vista o, almeno, dei principali? Quello che stiamo scrivendo è chiaro? Stiamo fornendo, a un eventuale lettore che sull’argomento non ha mai letto niente, gli strumenti necessari per comprendere pienamente il testo? Oppure, gli stiamo fornendo materiale per approfondire? Se usiamo termini tecnici, ci preoccupiamo di spiegarli? Le descrizioni e le informazioni sono abbastanza precise? E via dicendo. Una serie di riletture (con le opportune correzioni) e il testo è pronto: si passa quindi all’elaborazione delle immagini (che devono essere ottimizzate per la pubblicazione su web) e, quando necessario, alla preparazione delle didascalie. Spesso per scrivere delle buone didascalie sono necessarie delle apposite piccole ricerche: si pensi per esempio all’attenzione che richiede il riportare la datazione di un’opera. Infine, l’ultima operazione: redigere in una forma accettabile la bibliografia consultata e metterla in calce all’articolo. L’articolo è quindi pronto: non rimane che pubblicarlo!

Queste sono le fasi che ogni nostro contributo richiede prima di essere pubblicato: ecco perché pubblichiamo articoli divulgativi con una frequenza piuttosto bassa (uno o due alla settimana). Proprio per il fatto che questo tipo di lavoro richiede diverse ore. Necessarie, tuttavia, per garantire un risultato di sicura qualità a chi leggerà i contributi.


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Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta

Gli articoli firmati Finestre sull'Arte sono scritti a quattro mani da Federico Giannini e Ilaria Baratta. Insieme abbiamo fondato Finestre sull'Arte nel 2009. Clicca qui per scoprire chi siamo





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