Contro il plagio di articoli: come capire se stiamo leggendo un contenuto che è stato copiato


Come capire se un contenuto che stiamo leggendo sul web è stato copiato da un altro blog, da un altro articolo o da un altro sito. Contro il plagio

La facilità di gestione delle piattaforme di content management (quelle che servono, banalizzando, per curare blog, e-commerce, siti web complessi e via dicendo), da diversi anni, ha avuto l’effetto di dare un notevole aiuto alle persone che lavorano in modo serio, ma ha anche comportato la nascita di masnade di cialtroni matricolati che, anche senza conoscenze tecniche, hanno aperto costellazioni di blog e siti web colmi di contenuti copiati da siti altrui, senza opportune citazioni di fonti. Il nostro settore, quello della storia dell’arte, non è certo immune da questa nefasta pratica, che danneggia tutto l’ambiente in quanto toglie visibilità, visitatori e spesso anche guadagni a chi, invece, lavora onestamente. È vero che il pubblico dei siti web seri è infinitamente più grande di quello dei siti web che vivono del copia-incolla, e nella stragrande maggioranza dei casi non ci si deve preoccupare se qualcuno copia gli articoli: a lungo andare, chi lavora in questo modo è destinato a perdere pubblico e credibilità, perché viene sempre scoperto. Esistono però casi di siti web che hanno subito saccheggi ripetuti, e quando questo succede, il fastidio arrecato è notevole: occorre considerare che anche un solo articolo è frutto, spesso, di ore di lavoro, e vederlo pubblicato su sconosciuti siti web sotto il nome d’altri equivale a sentirsi offesi e violati.

Sono molte le cause che portano i ladri di contenuti a cannibalizzare gli articoli altrui prendendosi meriti e onori. Molti lo fanno semplicemente per via di un infantile narcisismo alimentato dalle lodi di amici e parenti (spesso gli unici lettori dei “copisti”) che credono di leggere un pezzo originale. Altri lo fanno semplicemente perché non hanno il tempo di scrivere un articolo di loro pugno, oppure non hanno idee, ma sono troppo orgogliosi per ammetterlo, e ricorrono quindi alla copia. Ancora, c’è chi dal proprio blog trae guadagni e dunque, per avere più lettori in tempi più rapidi, riempie il blog di nuovi articoli copiati dalle fonti più disparate. Per tutte queste fattispecie di cialtroni incalliti, la citazione della fonte è un grave ostacolo ed è del tutto inammissibile: primo, perché tocca far pubblicità a un altro sito web (e spesso il torto più grave che si possa fare ai copioni, è quello di leggere altri siti o blog). Secondo, perché in molti casi è considerata una ferita all’amor proprio. Terzo, perché è meglio agire nell’ombra: gli autori degli articoli originali potrebbero non veder di buon occhio la pratica della duplicazione dei contenuti, anche se con link alla fonte, quindi meglio copiare tacendo. E così via. E la prova del fatto che la citazione della fonte sia una pratica così antipatica per i plagiari, consiste nella rimozione degli articoli incriminati una volta scoperti: sì, perché quando il cialtrone viene colto con le mani nel sacco, nella stragrande maggioranza dei casi non vorrà subire l’onta di inserire il rimando all’originale, e preferirà pertanto far sparire il contenuto copiato dal suo sito web (o, in certi casi, modificare radicalmente il testo: magari copiandolo di nuovo, ma da un’altra fonte). Ce lo ha insegnato l’esperienza, dato che non sono pochi coloro che attingono dal sito che state leggendo.

No plagi

Ma, in sostanza, com’è possibile percepire che un contenuto che stiamo leggendo è stato selvaggiamente copiato da un altro sito? Abbiamo messo a punto alcuni piccoli accorgimenti, che non hanno la pretesa di essere risolutivi, perché ci sono tanti copisti che si sono fatti furbi, ma fare caso a questi dettagli può portare, nella gran maggioranza dei casi, a scoprire che il contenuto che stiamo leggendo non è altro che un plagio. Certo: occorre un pochino d’esperienza, ed è più facile scoprire un contenuto copiato se si è letto più d’un articolo dello stesso sito web o blog, ma non è detto che non si possa riuscire a scovare il copione anche da una sola lettura. Bene, vediamo allora gli accorgimenti che suggeriamo:

  1. Lo stile: l’indizio forse più determinante. Il modo probabilmente più rivelatore è analizzare lo stile di chi scrive, e spesso basta farlo anche in un singolo articolo (anzi: un singolo articolo che rivela vistosi salti di stile è molto più chiarificatore dell’analisi di più post). Se stiamo leggendo un articolo che inizia con lunghi periodi di subordinate, termini aulici, aggettivi altisonanti, e vediamo che dopo qualche frase si trasforma in un insieme di frasi paratattiche scritte in un italiano molto semplice, i casi sono due: o l’autore soffre di una qualche forma di schizofrenia, oppure è incapace di fare collage decenti (come quasi tutti i duplicatori seriali). Lo stesso vale se si analizzano più articoli: siccome i ladri di contenuti copiano spesso da fonti diverse, ovviamente ogni volta lo stile di scrittura risulterà differente. Al contrario, chi scrive contenuti originali, è spesso portato a dotare i testi di un taglio personale: cosa che invece non fa, per ovvii motivi, chi copia.
  2. Attenzione alla grafica. Solitamente i blog di chi copia sono poco curati anche graficamente: il copione non ha il tempo per elaborare un pensiero originale, dunque figuriamoci se ha voglia di mettersi a pensare a un design, oppure di delegare a un designer la grafica del blog! Certo, chi ha risorse (oppure chi è furbo) baderà bene anche all’aspetto estetico del proprio sito. Ma possiamo garantirvi che nella maggior parte dei casi non è così. E se è vero che ci sono anche ottimi contenuti presentati spesso in maniera graficamente sciatta e impersonale, il fatto di trovarsi di fronte a un layout poco accattivamente dovrebbe comunque iniziare a insospettirvi... !
  3. La frequenza dei post. Scrivere un contenuto originale è faticoso e richiede tempo. Per cui un blog serio gestito da una o due persone non è in grado di produrre più di tre o quattro articoli a settimana, soprattutto se i gestori, nella vita di tutti i giorni, si occupano d’altro. Viceversa, copiare è estremamente facile, e copiando si può produrre un nuovo post anche in soli cinque minuti (il tempo di rubare qualcosa dalla fonte, copiarlo sul proprio sito web, magari cambiare una o due frasi, inserire le immagini, e pubblicare). Dunque, se vedete un blog gestito da una sola persona (o da uno sparuto gruppo di persone) che sforna più articoli di un quotidiano nazionale, i casi sono due: o hanno tantissimo tempo da dedicare al blog, oppure siamo in presenza di duplicati certi.
  4. La grammatica e l’ortografia. Il problema della grammatica e dell’ortografia viene ormai aggirato dai copisti più bravi, ma i meno furbi spesso, attingendo da più fonti, non si preoccupano di accordare i tempi verbali, oppure di correggere eventuali errori d’ortografia che sono presenti in una porzione di testo copiato, ma non in un’altra. Se l’articolo è interamente copiato da una sola fonte, questo stratagemma si rivelerà inefficace, ma dal momento che i cialtroni spesso non copiano da una sola fonte, un’occhiata alla grammatica e all’ortografia spesso può dare una misura delle origini del contenuto che stiamo leggendo.
  5. Riferimenti a contenuti non esistenti. Non capita spesso, ma non è neppure raro trovare, in un testo copiato, riferimenti a contenuti che, per vari motivi, il plagiario non ha riportato nella sua copia. Per esempio: se in un periodo leggiamo qualcosa del tipo “come avremo modo di approfondire più sotto”, oppure “come l’immagine qui riportata evidenzia”, e poi non troviamo né l’approfondimento, né l’immagine, ci saranno ottime possibilità di trovarsi di fronte a un plagio. Allo stesso modo, se il testo presenta dei tecnicismi che non vengono adeguatamente spiegati (e senza la spiegazione risulterebbe particolarmente difficile la comprensione del significato del testo), è probabile che la spiegazione sia stata originariamente contenuta in un brano del testo copiato non riportato nella copia.
  6. Formattazione del testo. A volte, chi copia contenuti da più fonti non si preoccupa di dotare il testo di una formattazione regolare. Cambi di font, colori diversi, abbondanza di grassetti in una parte del testo e assenza altrove potrebbero costituire indizi di contenuto copiato.
  7. Contro i plagi di blog e siti web. Come capire se un contenuto è stato copiato
  8. Le esperienze vissute in prima persona. Chi legge con una certa assiduità il nostro sito, sa che noi, molto spesso, siamo in giro, visitiamo mostre, partecipiamo a eventi, e non di rado ci capita di parlare di una mostra che abbiamo visitato o di un evento a cui abbiamo assistito. Oppure, molto semplicemente, sulla nostra pagina Facebook pubblichiamo fotografie che scattiamo quando andiamo in giro. E questo succede su molti altri blog e siti web a cui gli autori impartiscono una certa connotazione personale. Potete stare pur certi che nei blog e nei siti dei copiatori seriali non troverete niente di tutto ciò, ancora sulla base dell’assunto per cui il copista, non essendo dotato di personalità, non è in grado di rielaborare le esperienze che vive in prima persona (oppure, semplicemente, non gli interessa). Almeno nella stragrande maggioranza dei casi.
  9. Chi copia parla sempre di argomenti triti. Un argomento trattato da pochi sul web è anche più difficile da trovare (e quindi da copiare). Facciamo un esempio: pochissimi blog e siti di storia dell’arte vi parleranno della Venere di Lorenzo di Credi, o del ciclo di affreschi gioachimiti della Cappella Contrari a Vignola. Troverete però sempre qualcuno che vi parlerà dei soliti nomi noti. Copiare una biografia di Michelangelo, del resto, non è affatto difficile. Basta perdere qualche secondo di tempo su Wikipedia.
  10. Pubblicità ovunque! Si è detto che chi copia lo fa spesso per avere contenuti sempre freschi in modo da spingere più lettori a recarsi sul sito, e quindi a godere di maggiori introiti pubblicitari. Molti dei duplicatori però non hanno capito che non serve a niente riempire la pagina di banner per guadagnare di più: perciò, se capitate su un sito farcito di banner, o che vi disturba presentandovi fastidiosi popup con tanto di audio e video, ci saranno ottime probabilità che l’articolo a cui siete arrivati sia tratto da un’altra fonte.
  11. Si può commentare? Molte volte i blogger copioni non lasciano al pubblico la possibilità di commentare gli articoli: altrimenti qualcuno che nota la copia potrebbe scriverlo chiaro e tondo! Invece, chi produce contenuti originali ha tutto l’interesse di consentire i commenti del pubblico: perché nascono discussioni stimolanti e appassionanti, perché possono nascere occasioni di approfondimento e spunti per nuovi articoli, perché qualcuno può far notare qualche svista, o può fare critiche costruttive. Per cui, se arrivate in fondo all’articolo e notate la dicitura “commenti chiusi”, oppure non vedete alcun form da riempire per lasciare le vostre impressioni, cominciate a insospettirvi, e magari a cercare sul vostro motore di ricerca preferito qualche frase tratta dall’articolo. Non dovrete sorprendervi se scoprirete che quello che avete letto non era un articolo originale...

Bene: visti alcuni accorgimenti per scoprire chi copia, possiamo domandarci cosa rischia il ladro di contenuti quando viene scoperto. Possiamo assicurare che, nella pressoché totalità dei casi, il buon senso suggerisce uno scambio di messaggi privati, che si conclude sempre con la cancellazione o l’inserimento della citazione. In caso di duplicatori particolarmente ostinati o recidivi, può intervenire l’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni): il 31 marzo è entrato in vigore il regolamento del diritto d’autore online, uno strumento che tutela i produttori di contenuti evitando lunghe e inutili trafile giudiziarie. Secondo tale regolamento, chi vede violati i propri contenuti, può presentare istanza all’Agcom, la quale si premurerà di contattare il provider che ospita il sito web del copione e, se rintracciabile, anche il copione stesso. In questo caso si può star quasi certi che il provider eliminerà in autonomia i contenuti (spesso anche l’intero sito o blog) del duplicatore senza batter ciglio: l’alternativa è allungare il procedimento con l’Agcom e rischiare che il tutto finisca di fronte all’autorità giudiziaria. E ovviamente il provider, che non vuole grane, non correrà il rischio. Infine, in casi gravi e reiterati, è possibile che la parte lesa ricorra direttamente alle vie legali.

E veniamo ora all’ultimo, e forse più importante, aspetto di questo articolo: come difendersi dai plagiari? Purtroppo, esisterà sempre qualcuno che copierà gli articoli altrui, quindi non esistono soluzioni definitive. Anche in questo caso possiamo però mettere in campo alcuni accorgimenti per alzare le difese. Il lettore può operare una selezione di blog e giornali, prediligendo siti, riviste e quotidiani la cui qualità è cosa certa. Ci sono molti modi per distinguere una pubblicazione di qualità: cura del contenuto, taglio originale, background culturale degli autori, eventuali premi ricevuti, discussioni interessanti in calce agli articoli (se stiamo leggendo un blog o un sito web), segno che anche il pubblico che legge è formato da persone che hanno già valutato positivamente la qualità dei contenuti. Chi invece scrive sul web e vuole scongiurare la possibilità che qualcuno rubi i suoi testi, può creare dei disclaimer che avvertano i potenziali plagiari dei rischi a cui vanno incontro copiando i contenuti, dotarsi di accorgimenti tecnici (per esempio, programmini in JavaScript che disabilitino la funzione copia-incolla), o ancora inserire spesso rimandi al nome del blog o del sito web. Non avremo mai la garanzia al 100% di non veder più circolare contenuti copiati: ma almeno riusciremo a ridurre il rischio!


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Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta

Gli articoli firmati Finestre sull'Arte sono scritti a quattro mani da Federico Giannini e Ilaria Baratta. Insieme abbiamo fondato Finestre sull'Arte nel 2009. Clicca qui per scoprire chi siamo





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