È rimbalzata, nei giorni scorsi, sulle testate italiane e internazionali, una singolare notizia relativa al Tondo de Brécy, una copia antica della Madonna Sistina di Raffaello: due università inglesi, quella di Nottingham e quella di Bradford, hanno infatti utilizzato l’intelligenza artificiale per confrontare il tondo con il suo modello, arrivando a stabilire, come scrive la BBC (i primi a diffondere la notizia), che la tecnologia di riconoscimento facciale ha scoperto che il dipinto “è molto probabilmente un capolavoro di Raffaello”. La BBC riporta che la somiglianza tra le Madonne dei due dipinti “è risultata essere del 97%, mentre il confronto del Bambino in entrambe le opere ha prodotto una somiglianza dell’86%”. Il quotidiano La Stampa titola addirittura “l’intelligenza artificiale batte lo storico dell’arte e scopre un capolavoro”.
Non mancano le dichiarazioni dei ricercatori che hanno sfruttato l’intelligenza artificiale per confrontare i due dipinti. “Dal confronto facciale diretto”, ha detto alla BBC il dottor Christopher Brooke, ricercatore onorario presso l’Università di Nottingham, esperto di analisi delle immagini digitali e coautore del paper sulla presunta scoperta (non ancora pubblicato), “risulta con una corrispondenza del 97%, una probabilità statistica molto alta che le opere d’arte siano di creatori identici”. Un’ulteriore conferma, ha proseguito Brooke, giungerebbe “dall’analisi dei pigmenti impiegati nel Tondo, che hanno dimostrato che le caratteristiche del dipinto sono considerate tipiche della pratica rinascimentale e quindi altamente improbabile che si tratti di una copia successiva”.
Ancora, Hassan Ugail, docente di visual computing all’Università di Bradford, ha detto che “Guardare i volti con l’occhio umano mostra un’ovvia somiglianza, ma il computer può vedere molto più in profondità di quanto possiamo, in migliaia di dimensioni, a livello di pixel. Sulla base dell’alta valutazione di questa analisi, insieme a ricerche precedenti, i miei colleghi coautori e io abbiamo concluso che modelli identici sono stati usati per entrambi i dipinti e sono senza dubbio dello stesso artista”.
L’opera, conservata nella raccolta privata del collezionista George Lester Winward (la De Brécy Trust Collection, che prende il nome dai suoi antenati francesi) che la acquistò nel 1981, è stata spesso studiata in passato, e non è mai stata convintamente attribuita a Raffaello. Il parere più autorevole fino a qui è quello di Jürg Meyer zur Capellen, che ha escluso qualunque attribuzione a Raffaello o alla sua scuola. “Il modo di dipingere”, ha scritto in una sua expertise, “non è paragonabile alle opere originali di Raffaello, come la stessa Madonna Sistina. Entrambi i quadri sono dipinti su tela e il bel modellato della Madonna Sistina mostra chiaramente la struttura della tela sottostante, così come altri dipinti su tela, come la Madonna Velata (Galleria Palatina, Firenze) e il Ritratto di Baldassarre Castiglione (Louvre). Questi sono due dei pochi esempi dell’uso della tela come supporto per immagini nell’opera di Raffaello. Rispetto a questi esempi, lo strato pittorico del Tondo de Brécy è assolutamente compatto e non consente alcuna conclusione sul supporto dell’immagine. Ovviamente l’imprimitura e la pittura producono uno strato piuttosto duro che ricopre la tela sottostante. Il risultato è il craquelé sulla superficie del tondo, che è assolutamente estraneo a tutti i dipinti di Raffaello. Accanto a ciò la radiografia mostra una manipolazione del colore non riscontrabile nei dipinti autografi dell’artista”. Le analisi tecniche eseguite sul dipinto nei primi anni Duemila hanno riscontrato che tutti i pigmenti adoperati dall’artista che ha eseguito il Tondo de Brécy sono anteriori al XVII secolo, ma ovviamente il fatto che si tratti di un’opera antica non comporta necessariamente una sua attribuzione a Raffaello.
Le analisi hanno anche riscontrato alcuni pentimenti, giudicati tuttavia “non rilevanti” da Meyer zur Capellen, che “non esclude l’idea che siano state fatte copie all’inizio del XVII secolo della Madonna Sistina sulla base del cartone originale”. Fondamentalmente, conclude lo studioso nella sua perizia, “un’attribuzione a un pittore specifico deve essere fatta sull’analisi stilistica. Quindi un confronto tra il tondo e la Madonna Sistina di Dresda mostra che quest’ultima offre più differenziazioni di dettagli, come ad esempio i capelli, gli arti e la resa del vestiti ecc. Il modellato del corpo del Bambino è molto morbido e presenta sottili sfumature di chiaro in ombra, qualità che non si raggiunge nel tondo. La cromia di quest’ultimo è caratterizzata da un leggero tono verdastro, che si pone in contrasto con i colori caldi della Madonna Sistina di Dresda. Si potrebbero trovare molte altre differenze. Da questo punto di vista Raffaello o la sua scuola secondo me non possono essere gli autori del tondo. Ciò non vuol dire che il tondo non abbia una buona qualità pittorica, ma è stato fatto da altro autore e in altro tempo”.
Quanto ai risultati dell’intelligenza artificiale, è del tutto ovvio che il computer riscontri una forte somiglianza tra il Tondo de Brécy e la Madonna Sistina, dato che il primo è una copia della seconda e tendenzialmente i copisti cercavano di essere il più possibili fedeli all’originale. “Non occorre certo l’intelligenza artificiale”, ha scritto sulla pagina Mo(n)stre lo storico dell’arte Fabrizio Federici, “per dire che i volti delle figure si assomigliano parecchio, una copia cerca di assomigliare all’originale, altrimenti non sarebbe una copia”. Parliamo, inoltre, di un dipinto, la Madonna Sistina, che ebbe una enorme fortuna per lungo tempo, dall’epoca in cui fu dipinta fino addirittura ai giorni nostri (si pensi ai due angioletti nella porzione inferiore del dipinto). E dell’opera esistono numerose copie, anche di eccellente qualità. Lo scarto qualitativo tra la Madonna Sistina e il Tondo de Brécy, adeguatamente individuato da Meyer zur Capellen, è proprio quello che impedisce un’attribuzione del secondo a Raffaello, nonostante l’intelligenza artificiale sembri suggerire il contrario. E poi, anche l’intelligenza artificiale individua uno scarto percentuale tra i due dipinti, ma la notizia è molto fumosa, e anche i siti dell’Università di Nottingham e Bradford, sui quali è uscita la notizia di questa ricerca, non dicono niente di più rispetto a quanto riporta la BBC: non si comprende insomma se l’analisi del computer è puramente quantitativa, il che le farebbe perdere ogni credibilità, oppure è anche qualitativa, e dunque ha confrontato anche il modellato, il disegno, le velature, le trasparenze, le differenze della gamma cromatica e così via.
E pure il mercato ritiene improbabile che si tratti di un’opera di Raffaello. Nel 2013, fu messo in atto quello che il Financial Times definì “un bizzarro tentativo di vendere online quello che il venditore ritiene sia un prototipo per una parte della famosa Madonna Sistina di Raffaello”. L’opera fu messa in vendita in una singolare asta online autogestita, con base un milione di sterline. Non riuscì ad attirare una sola offerta.
Nell’immagine: a sinistra dettaglio della Madonna Sistina, a destra dettaglio del Tondo de Brécy.
Sul tondo de Brécy che potrebbe essere di Raffaello secondo l'intelligenza artificiale |