Da oggi al cinema Anselm, il nuovo film di Wim Wenders dedicato ad Anselm Kiefer


Wim Wenders torna sul grande schermo con Anselm, il film dedicato a uno degli artisti contemporanei più rivoluzionari e innovativi: Anselm Kiefer. Il film è presentato e distribuito da Lucky Red ed è da oggi al cinema.

Wim Wenders torna, dopo il grande successo che ha riscosso Perfect Days, sul grande schermo con Anselm, il film dedicato a uno degli artisti contemporanei più rivoluzionari e innovativi: Anselm Kiefer (Donaueschingen, 1945). Presentato e distribuito da Lucky Red, il film che vede nel cast Anselm Kiefer stesso, Daniel Kiefer, figlio dell’artista nel ruolo di Anselm da giovane, e Anton Wenders, figlio del regista, nel ruolo di Anselm da bambino, è già da oggi nelle sale cinematografiche (a questo link è possibile consultare l’elenco delle sale)

Attraverso l’utilizzo della tecnologia cinematografica, con riprese in 3D e una risoluzione in 6K, Wenders conduce gli spettatori nel mondo del pittore e scultore tedesco, raccontando il percorso di vita, la sua visione, il suo stile rivoluzionario e il suo immenso lavoro di esplorazione dell’esistenza umana e della natura ciclica della storia.

Il linguaggio visivo di Kiefer, intriso di riferimenti alla poesia, alla letteratura, alla filosofia e alla storia, emerge in tutta la sua potenza e complessità attraverso la macchina da presa di Wenders. Il regista guida in un viaggio emozionante attraverso le opere maestose di Kiefer, svelando i molteplici strati di significato che si celano dietro ogni creazione. Per oltre due anni, Wenders ha seguito le tracce di Kiefer, viaggiando dalla Germania, paese natale dell’artista, fino alla sua dimora attuale in Francia. Lungo il percorso, il regista ha catturato non solo le opere d’arte di Kiefer, ma anche il contesto emotivo e intellettuale che le ha generate. Il risultato è un’opera cinematografica che celebra in un vero omaggio al pittore non solo l’arte di Anselm Kiefer, ma anche il potere della creatività e dell’espressione artistica contemporanea.

“Ci siamo incontrati per la prima volta nel 1991”, racconta Wim Wenders, “e abbiamo iniziato a conoscerci. Anselm stava preparando la sua grande esposizione alla Neue Nationalgalerie di Berlino. Cenavamo insieme quasi tutte le sere, nel ristorante Exil che ora non esiste più. Fumavamo, bevevamo e parlavamo molto. Sono rimasto incantato quando ho visto quella mostra — era assolutamente fantastica e illuminante. Già nelle nostre chiacchierate di quel tempo, parlavamo di fare un film insieme. Ma mentre io ero impegnato con Fino alla fine del mondo e Così lontano così vicino, Anselm si è trasferito nel sud della Francia e l’ho perso di vista per un certo periodo. Siamo comunque rimasti in contatto, di quando in quando, e l’idea di fare un film non è mai naufragata”.

“Ci sono voluti due anni buoni”, ha spiegato, “facendo diverse riprese a Barjac (avevo bisogno di filmarlo in diverse stagioni!) e a Croissy. Abbiamo anche girato sulla remota catena montuosa dell’Odenwald dove Anselm aveva i suoi primi atelier e aveva ristrutturato una vecchia fabbrica di mattoni che è di per sé intero microcosmo della sua opera. Altre location sono state la sua campagna natale vicino a Rastatt e il fiume Reno. Ecco un altro legame comune che abbiamo scoperto: la presenza di quell’enorme corso d’acqua risalente alla nostra infanzia che abbiamo frequentato in luoghi diversi: Anselm vicino alla sua sorgente, con la Francia dall’altra parte del confine, io invece vicino al Belgio, ai Paesi Bassi e alla foce del fiume”.

“Non ho mai avuto intenzione di filmare una biografia”, chiarisce il regista. “La vita di un uomo deve rimanere nell’ambito della sfera personale. Anche quando ho realizzato Pina, non mi interessava la sua vita come coreografa o ballerina. Il privato è sacro. O meglio sacrosanto. Ma l’opera, l’arte meritano di essere esplorate in un film, sia nell’intento di comprenderle meglio io stesso, sia, meglio ancora, per renderle visibili agli altri nel tentare di farlo. La straordinaria mole di lavoro, la complessità dei riferimenti di Anselm nel contesto del mito, della storia, dell’alchimia, dell’astronomia, della fisica e della filosofia all’inizio mi sono apparsi quasi insormontabili. Ma filmandoli e visitando i luoghi del percorso di Anselm mi sono schiarito le idee”.

“Abbiamo realmente fatto un documentario?”, conclude Wenders. "In Anselm, abbiamo filmato le più straordinarie opere d’arte, tele, sculture, disegni, edifici e paesaggi. Già, è quello che si fa in un documentario. Abbiamo anche inventato scene tratte dalla sua infanzia e ci siamo immersi profondamente nella sua storia personale. Nel farlo, abbiamo sfocato i confini tra passato e presente. Ci siamo presi questa libertà perché di fronte all’arte devi definire tu stesso la libertà altrimenti non puoi fare parte della trascendenza che si manifesta davanti ai tuoi occhi".

Anselm Kiefer e Wim Wenders. Foto di Ruben Wallach
Anselm Kiefer e Wim Wenders. Foto di Ruben Wallach
Anselm
Dal film Anselm
Dal film Anselm
Dal film Anselm
Dal film Anselm
Dal film Anselm
Dal film Anselm
Dal film Anselm
Dal film Anselm
Dal film Anselm
Dal film Anselm
Dal film Anselm
Locandina del film Anselm
Locandina del film Anselm

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