Questa sera, venerdì 12 novembre, andrà in onda su Rai5, a partire dalle ore 21.15, una nuova puntata di Art Night, il programma di Silvia De Felice e di Emanuela Avallone, Massimo Favia, Alessandro Rossi, con la regia di Andrea Montemaggiori, condotto da Neri Marcorè.
La puntata sarà interamente dedicata alla fotografia. Si parte alle 21.15 con il documentario di Giuseppe Sansonna, scritto con Giovanna Corsetti e prodotto da Rai Cultura, dal titolo A un certo momento. Scatti e vita di Uliano Lucas. A un certo momento è l’intercalare ricorrente del fotografo Uliano Lucas. Suona come l’apertura di ogni sequenza, di una vita che ne contiene molte altre. “Un certo momento” potrebbe anche essere una definizione di fotografia. Di scatto. Di frammento di vita sottratto al tempo, e consegnato alla storia. Uliano Lucas è un fotografo che negozia l’immagine, non la rapina, come ha scritto Michele Smargiassi, giornalista, intervistato nel documentario insieme allo storico Guido Crainz. Non ruba lo scatto a tradimento, non nasconde la propria presenza di fotografo. È sempre desideroso di documentare con sensibilità situazioni complesse, per innescare riflessioni. Quando all’inizio degli anni Novanta esplode la guerra dei Balcani, Lucas parte per Sarajevo, con il progetto di raccogliere immagini diverse dal profluvio di sangue e macerie che sta inondando i media europei. Un’estetica insistita del macabro spettacolare, che comincia allora a radicarsi. Emozioni forti, ma effimere, che non aiutano a comprendere il contesto. E finiscono per assuefare l’opinione pubblica, non mettere in gioco chi guarda, lasciandolo spettatore. In una carriera di freelance lunga una vita intera, Lucas ha capito che la fotografia non cambia il mondo, ma può illuminare prospettive diverse. Rovesciare i preconcetti, affinare gli sguardi. Lasciare riflessioni ancora aperte, nel tempo. Per tutta una vita ha fatto foto pregnanti, colte con occhio sapiente, destinate a diventare schegge di storia. Sono state, soprattutto, il suo strumento per conoscere meglio il mondo, instaurare sintonie, a ogni latitudine. Rintracciando quel filo indefinibile, utopico, che lega i sorrisi disarmanti, delle ragazze col mitra, nella savana, a quelli sfiniti dei minatori incontrati in Belgio, a quelli alcolici e infervorati degli spiriti liberi del Bar Jamaica, a Milano, covo formativo della sua adolescenza. Scoprendo quanto lo smarrimento dei ragazzini etiopi somigli a quello degli operai licenziati e a certi volti intravisti tra le macerie di Sarajevo. Ovunque ha cercato gente che aveva voglia di stare insieme. Di raccontarsela, come dice lui. Fotografare, per poter guardare negli occhi le persone, scrutar loro l’anima, provare a capire la complessità che c’è dietro ogni vita. E lasciarsi scrutare dentro, fino in fondo.
La serata di Art Night prosegue con Elliott Erwitt, il silenzio ha un bel suono, diretto da Adriana Lopez Sanfeliu. Un ritratto inedito, intimo e tranquillo di uno dei più celebri fotografi. I suoi scatti iconici raccontano con uno stile unico fatto di semplicità, immediatezza e anche molta ironia i grandi eventi della storia e i piccoli accidenti della quotidianità. E sono allo stesso tempo uno spaccato della nostra società. Uomini politici, presidenti, papi, star del cinema, ma anche gente comune e animali domestici: nella sua lunga carriera Elliott Erwitt non ha fatto distinzioni, ed è sempre e solo stato attratto dalla forza delle immagini. Un uomo che ama il silenzio tanto quanto la compagnia, dotato di una grande ironia nei confronti di se stesso e del mondo, una persona mite e discreta nonostante il successo raggiunto e ancora profondamente innamorata del suo lavoro.
Immagine: Elliott Erwitt, Paris, France, 1989 © Elliott Erwitt/ Magnum Photos
Su Rai5 Neri Marcorè conduce un'intera serata dedicata alla fotografia |