La Pop Art nelle scenografie del film Arancia Meccanica di Stanley Kubrick

Cineart

2010, Quarta puntata

Nel film "Arancia Meccanica" di Stanley Kubrick ci sono diversi rimandi all'arte, e in particolar modo è possibile ravvisare diversi riferimenti alla Pop Art, ma non solo a essa. Alex ce li propone in questo articolo.

Nel discusso e tanto dibattuto film di Stanley Kubrick, “Arancia Meccanica”, c'è un aspetto poco indagato dai critici di cinema, il rapporto con la pittura e, più precisamente, con la Pop Art.
Nella sequenza iniziale del film, i manichini che si trovano nel Korova Milk Bar, il locale dove si ritrovano Alex (il protagonista) e i suoi “Drughi” (che proprio all'interno del Korova Milk Bar vengono presentati per la prima volta) hanno delle esplicite analogie con due sculture realizzate nel 1969 da Allen Jones, rispettivamente “Chair” e “Table”.

Altri rimandi espliciti sono il recupero della grafica dei cartoon operato, tipico dell'arte di Roy Lichtenstein, o ancora la grafica delle opere di Wesselmann o dello stesso Ramos.

Oltre a questi rimandi, sottolineo che grazie anche alla fotografia di John Alcott, la rappresentazione delle altre due scene più violente - l'assalto al barbone e la sfida alla banda di Billy Boy - appare volutamente artificiosa: un'artificiosità che si ritrova anche nella sequenza dell’uccisione della “signora dei gatti”, già ricordata.

Sempre la casa della “signora dei gatti” che viene assaltata dai protagonisti contiene altri riferimenti, visto che nei suoi quadri e nel suo abbigliamento ritroviamo le spalmature di colore di Tom Wesselmann: spiccano in particolare la tuta della signora di un verde e viola assai kitch. Kitch come quello della casa e degli abiti dei genitori di Alex, scenograficamente futurista nonostante il film sia ambientato negli anni '70, rimandano alle campiture sgargianti di Mel Ramos, così come la casa dell'esponente di sinistra del governo, in cui prima viene violentata la moglie e poi segregato Alex dopo la “cura Ludovico”, il lavaggio del cervello a cui viene sottoposto.

Da notare poi l'utilizzo della luce, che gioca sulle tonalità del bianco (tanto che il bianco è uno dei colori principali del film visto che bianco è il bar in cui si ritrovano i “Drughi” così come bianchi sono i loro famosi abiti, e ancora bianco è il fallo-scultura, che diventa arma impropria che uccide la “signora dei gatti”) e riporta l'effetto caricaturale all'essenza del significato del film: la violenza e l'istinto non possono essere represse da uno Stato o da un Governo con la repressione poiché sono insite nell'essere umano. Piuttosto devono essere l'educazione e l'istruzione a tenere a freno gli istinti e a creare uomini colti e giusti.

Come sempre vi invito alla visione del film e vi do appuntamento alla prossima puntata!

Alex Fiorini








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