Potrebbe essere una delle più interessanti scoperte dell’anno quella annunciata all’Opera di Santa Croce di Firenze. Dal restauro del Cristo che incontra la Veronica sulla via del Calvario, una pala realizzata da Giorgio Vasari (Arezzo, 1511 - Firenze, 1574) nel 1572, sarebbero stati scovati, secondo quanto annunciato durante l’anteprima del restauro, i volti di Michelangelo, “camuffato” da Nicodemo, e quello di Rosso Fiorentino con le sembianze di Giuseppe D’Arimatea. Michelangelo, in particolare, è riconoscibile per la capigliatura ricciuta e per il caratteristico profilo del naso.
L’intervento verrà mostrato al pubblico il 24 novembre, ma l’anteprima si è già tenuta il 16 nella sede dell’Opera di Santa Croce, alla presenza della presidente dell’Opera, Irene Sanesi, di Anna Mitrano del Fondo edifici di culto (Fec) del ministero dell’Interno (che detiene la proprietà del complesso monumentale di Santa Croce), di Claudio Paolini, funzionario della soprintendenza di Firenze, Pistoia e Prato, di Maria Teresa Castellano, la restauratrice che ha eseguito l’intervento, di Paola Vojnovic, responsabile dei progetti di fundraising dell’Opera, e dell’avvocatessa americana Donna Malin, rappresentante dei donatori provenienti da 13 paesi del mondo (ma la maggior parte sono statunitensi) che hanno consentito il restauro della pala e della tomba monumentale di Michelangelo.
Il restauro è stato eseguito per via dei danni riportati nella parte inferiore del dipinto dai tempi dell’alluvione provocata dall’Arno nel 1966, liberandolo così da una patina oscurante, dalla quale sarebbe emersa la scoperta, con i due ritratti di Michelangelo e del Rosso che, secondo la restauratrice Sally J. Cornelison, docente alla Syracuse University, si celerebbero proprio dietro le fattezze di Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea.
“Siamo di fronte a un’opera di altissima qualità con una storia ricca di documenti a cui, con il restauro, si aggiunge una nuova pagina”, ha evidenziato Claudio Paolini. “La pala, curata dai danni prodotti nella parte inferiore dall’alluvione del 1966 e liberata da una pesante patina oscurante, ha ritrovato particolari inaspettati come il volto di Michelangelo e di Rosso Fiorentino, oltre a un luminoso equilibrio d’insieme. Le evidenti citazioni michelangiolesche appaiono come un omaggio del Vasari a quel Michele Agnolo che nelle Vite viene definito l’amico caro, il divino e meraviglioso artista”.
I lavori di restauro, come detto, sono stati condotti da Maria Teresa Castellano, nell’ambito del progetto In the name of Michelangelo: si tratta di un progetto di fundraising attivo da settembre 2017 (e terminato proprio a novembre 2018), grazie al quale l’Opera ha raccolto 120mila euro per il restauro della pala e della tomba di Michelangelo (vicino alla quale si trova l’opera di Vasari: la scoperta del ritratto di Michelangelo confermerebbe il fatto che il dipinto facesse parte del progetto dell’altare). Tra i donatori figurano soggetti come Morgan Stanley, l’Orchestra da Camera Fiorentina, la Samuel H. Kress Foundation, l’International Society of Gynecological Endocrinology, e una lunga lista di singoli mecenati da tutto il mondo, ognuno dei quali ha contribuito con somme che vanno dai 10 euro fino ad oltre 8.500.
Nell’immagine: la porzione del Cristo che incontra la Veronica sulla via del Calvario con i volti di Michelangelo e Rosso Fiorentino
Firenze, nella pala di Giorgio Vasari scoperti i ritratti di Michelangelo e Rosso Fiorentino? |