Quindici opere del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) sono volate in Arabia Saudita, dove dal 7 novembre al 14 dicembre figurano in una mostra organizzata dentro il Maraya, una sorta di grande piramide di specchi nel deserto, appena fuori da Al-Ula, città saudita che vuole porsi come grande destinazione culturale internazionale. La mostra è frutto di un accordo, reso noto soltanto oggi (anche se su alcune testate internazionali era stata data qualche anticipazione sulla mostra), tra il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) e la Royal Commission for AlUla (RCU). La mostra, dal titolo Masterpieces of the National Archaeological Museum of Naples, espone 15 reperti d’eccezione, provenienti da Pompei, Ercolano e Roma, tra cui spiccano marmi pregiati e il celebre elefante di terracotta, per la prima volta in mostra fuori dall’Italia. Sarà inoltre possibile ammirare il Mosaico Nilotico, che giunge per la seconda volta all’estero dopo la mostra dei reperti del MANN in Giappone. Il MANN non ha fatto sapere se ed eventualmente cosa ha ottenuto in cambio dall’Arabia Saudita.
La mostra è organizzata in occasione dell’Ancient Kingdoms Festival, evento annuale in cui viene celebrata la storia di AlUla. La partnership tra RCU e MANN è invece frutto di un accordo culturale tra Italia e Arabia Saudita firmato nel maggio 2023. Questo accordo ha l’obiettivo di promuovere il dialogo interculturale e di supportare lo studio, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di entrambe le nazioni. L’esposizione di Al-Ula, fanno sapere dal museo, è solo la prima fase di un programma di cooperazione che prevede progetti tecnici congiunti, attività di ricerca e iniziative di formazione per il personale.
Secondo Silvia Barbone, Vice Presidente del settore partnership strategiche della Royal Commission for AlUla, “Questa partnership è parte integrante dei nostri sforzi per aprire nuovi mercati globali per AlUla e impegnarci con le principali istituzioni culturali di tutto il mondo. Non solo miglioriamo la conservazione e la cooperazione culturale, ma creiamo anche opportunità di scambio di conoscenze, trasferimento di competenze e di innovazione. Il MANN è stato scelto non solo perché ospita una delle migliori collezioni al mondo di antichità greche e romane e crea un collegamento diretto tra Hegra e Pompei, ma anche per il suo modello di gestione, che porta la comunità al centro”.
Massimo Osanna, direttore generale musei del Ministero della Cultura e direttore ad interim del MANN, ha dichiarato: “Siamo onorati di collaborare con la Royal Commission for AlUla in questa straordinaria iniziativa. La nuova partnership non solo rafforza i legami culturali tra l’Italia e l’Arabia Saudita, ma rappresenta anche un’opportunità unica per condividere esperienze e competenze nel campo del patrimonio culturale. Insieme, ci impegniamo a proteggere e valorizzare le nostre ricchezze culturali, promuovendo un dialogo interculturale che arricchirà entrambe le nazioni”.
Nelle immagini sotto, tre delle opere in mostra.
Volano in Arabia Saudita 15 opere del MANN di Napoli, a seguito di un accordo |