Venire in vacanza a Firenze e oltraggiare un luogo sacro della cristianità e un gioiello dell’architettura di tutti i tempi: è quello che è successo l’altro ieri, come riporta il sito dell’edizione fiorentina di La Repubblica, quando una turista inglese salendo il percorso per arrivare in cima alla Cupola del Duomo di Firenze, capolavoro del Brunelleschi, si è fermata per espletare i propri bisogni corporei. E dopo aver defecato ha ripreso a salire le scale. È dovuto intervenire il personale della ditta di pulizie che lavora per l’Opera del Duomo per ripulire il tutto. Notizia di grande barbarie aggravata dal fatto che il giorno del Santo Patrono, il 24 giugno (San Giovanni) un episodio analogo è successo alla fine del percorso, prima di uscire fuori dalla cupola.
Siamo oltre la maleducazione dei tanti episodi che possono accadere: se un’opera d’arte non genera rispetto in chi la sta guardando è allora inutile anche solo mettergliela a disposizione. Certo non è una questione di prezzo di ticket d’ingresso o meno, l’inciviltà non è in correlazione con il portafoglio, e l’arte deve essere per tutti per concorrere a progredire e sviluppare l’uomo e la società. Ma davanti a chi fa molte ore di viaggio per visitare Firenze e salire su una cupola famosa in tutto il mondo per la particolarità con cui è stata costruita e anziché ammirarla la utilizza come una latrina (o per scrivere futili frasi d’amore) ci si domanda cosa ci sia venuto a fare, che coscienza ci sia a visitare i luoghi d’arte e di storia in vacanza.
Foto: Ilya Orehov
Visitatori zozzoni: una turista defeca sulle scale della cupola di Brunelleschi |
L'autore di questo articolo: Andrea Laratta
Giornalista. Amante della politica (militante), si interessa dei fenomeni generati dal turismo, dell’arte e della poesia. “Tutta la vita è teatro”.