Venezia al momento ce l’ha fatta a evitare l’onta dell’iscrizione al Patrimonio Mondiale in Pericolo, paventata appena poche settimane fa. Durante la 44^ sessione del World Heritage Committee, in corso fino al 31 luglio a Fuzhou in Cina, è stato infatti deciso di non inserire il capoluogo lagunare tra i siti minacciati. E questo, fa sapere l’Unesco, grazie a un emendamento proposto dall’Etiopia (uno dei 21 paesi del Comitato che doveva esprimersi sul caso): attraverso questo intervento, il paragrafo che chiedeva l’inserimento nella Lista dei siti Unesco in pericolo è stato cancellato.
L’Unesco fa comunque sapere che Venezia rimane una sorvegliata speciale: dovrà infatti sviluppare una proposta chiara per risolvere i suoi diversi problemi (oltre al passaggio delle grandi navi) e una serie di misure correttive da applicare in uno specifico lasso di tempo, in consultazione con il Centro per il Patrimonio Mondiale e i suoi organi consultivi, per poi essere sottoposta a riesame in occasione della 46^ sessione del Comitato per il Patrimonio Mondiale. In più, entro il 1° dicembre 2022 occorrerà che Venezia presenti anche un rapporto aggiornato sullo stato di conservazione e l’applicazione delle misure previste.
Il governo italiano attribuisce la decisione del Comitato ai progressi raggiunti per adempiere alle raccomandazioni espresse dagli organismi internazionali, evitando così l’iscrizione in “Danger List” che era stata inizialmente prospettata. In particolare, il riferimento è al Decreto-Legge 20 luglio 2021, n. 103 che vieta, a partire dal 1° agosto 2021, il transito delle navi di stazza lorda superiore alle 25.000 tonnellate (l’Unesco indicava il limite delle 40.000 tonnellate) dal Bacino di San Marco, Canale di San Marco e Canale della Giudecca. A ciò si aggiungono i progressi compiuti in merito delle procedure per la realizzazione di almeno quattro punti di attracco temporaneo per le grandi navi nell’area di Marghera, nominando, allo scopo, un Commissario Straordinario.
Sempre secondo il governo, il Comitato ha apprezzato il quadro completo delle azioni messe in campo dal paese che comprende anche la strategia delineata per l’individuazione di soluzioni strutturali e definitive con la pubblicazione, il 29 giugno scorso, del bando per la raccolta di idee e progetti relativi a proposte di attracco delle navi più grandi fuori dalla laguna. Il Comitato ha inoltre notato i progressi compiuti nella gestione delle conseguenze dell’evento di alta marea eccezionale del 2019 e negli avanzamenti del sistema MOSE, ormai quasi completato e praticamente in funzione, per il quale il Governo ha individuato importanti risorse aggiuntive per il completamento, la manutenzione e gli interventi di compensazione ambientale e paesaggistica. Secondo l’Unesco rimangono comunque molte le priorità che Venezia deve risolvere, prime tra tutte un turismo sostenibile, gli incentivi alla residenzialità, la qualità delle attività commerciali, la finalizzazione della pianificazione ambientale.
“Scongiurata l’iscrizione di Venezia nella lista del patrimonio dell’umanità in pericolo”, ha dichiarato al riguardo il Ministro della cultura, Dario Franceschini. “Grazie alle decisioni del Governo sul blocco del passaggio delle grandi navi davanti a San Marco e al canale della Giudecca si è raggiunto un primo, importante risultato. Adesso – ha concluso Franceschini - l’attenzione mondiale su Venezia deve rimanere alta ed è dovere di tutti lavorare per la protezione della laguna e individuare un percorso di sviluppo sostenibile per questa realtà unica, in cui la cultura e l’industria creativa sono chiamate a giocare un ruolo da protagoniste”. Il pericolo è però solo momentaneamente scampato: occorrerà vedere come l’Italia si impegnerà nei mesi a venire.
Venezia per ora è salva: evitata l'iscrizione al Patrimonio Mondiale in Pericolo |