Manifestazione dei lavoratori della cultura ieri mattina, sabato 28 ottobre, verso le 9, alla Biennale di Venezia. Davanti ai Giardini, mentre è ancora in corso la XVIII Biennale Architettura (terminerà il 26 novembre), un gruppo di lavoratori e lavoratrici dell’arte e della cultura ha presentato, durante un sit-in, la Carta Metropolitana del lavoro culturale e, contestualmente, contestualmente, ha denunciato le condizioni secondo loro inaccettabili che caratterizzano il lavoro culturale a Venezia e nella galassia afferente alla Fondazione Biennale. Il sit-in e la pubblicazione della Carta, fanno sapere i manifestanti, sono la prima tappa di un percorso chiamato Biennalocene, assemblea che unisce lavoratrici e lavoratori dell’arte e della cultura e studenti, nata a giugno su impulso di alcuni gruppi e associazioni, ovvero Sale Docks, Institute of Radical Imagination, Mi Riconosci e ADL Cobas.
L’orario, di buon mattino, è stato pensato per intercettare i lavoratori che entravano in servizio prima delle 10. Gli attivisti, circa 50 persone, hanno srotolato uno striscione che recita “Biennalocene. Per i diritti del lavoro culturale”. Hanno poi raccontato in una serie di interventi rivendicazioni e condizioni di lavoro. In seguito, con un blitz alcuni di loro sono entrati dentro i cancelli di Biennale armati di megafono, e hanno letto la Carta elaborata dall’assemblea, esponendo cartelli e distribuendo volantini ai lavoratori che entravano in Biennale e a visitatori incuriositi. I punti della Carta, che prevede tra le altre cose un salario minimo a 10 euro, l’adozione del contratto di settore Federculture obbligatorio, lo stop ai tirocini gratuiti e all’utilizzo abusivo di partite Iva, la lotta a ogni tipo di discriminazione, sono stati ascoltati, raccogliendo la solidarietà e l’interesse del pubblico.
“Abbiamo visto pochi giorni fa un entusiasmo della politica per un cambio ai vertici di Biennale”, ha detto Federica Arcoraci di Biennalocene dal presidiom “ma noi nelle nostre riunioni abbiamo raccolto decine di testimonianze che parlano di una situazione in cui non c’è proprio nulla da festeggiare: contratti da fame, scorretti, abusivi, false partite IVA che mascherano lavoratori dipendenti, gare d’appalto al massimo ribasso sulla pelle dei lavoratori”. È una situazione che riguarderebbe moltissime istituzioni culturali veneziane, e che sarebbe particolarmente grave in alcuni padiglioni e eventi collaterali del mondo di Biennale, su cui la Fondazione tuttavia ritiene di non avere responsabilità alcuna. “Abbiamo chiesto alla Biennale”, rilancia un altro dei manifestanti, Marco Baravalle, “di incontrarci per discutere dell’adozione della Carta e le chiediamo, da subito, di farsi carico di questi abusi e di prendere provvedimenti affinché le condizioni lavorative dei suoi dipendenti vengano estese a tutte le lavoratrici e lavoratori di partecipazioni nazionali, padiglioni esterni ed eventi collaterali marchiati Biennale. E attendiamo risposta”.
Nessun riscontro dalla dirigenza di Biennale in mattinata, ma i lavoratori confidano in aperture: “la situazione non è più rimandabile”. In mattinata, infine, è stato lanciato anche il sito della nuova piattaforma: www.biennalocene.com