Non poteva esserci una reazione più secca e allo stesso tempo più spontanea alla posizione del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: “non possiamo buttare soldi”, diceva a inizio anno nel motivare la decisione della Fondazione Musei Civici di Venezia di tenere chiusi gli istituti fino ad aprile. E la reazione è stata quella spontanea dei veneziani, che nel primo di questi pochi giorni di apertura di due sedi in occasione del Carnevale sono andati in tantissimi ai musei, creando lunghe code nell’attesa di entrare.
Ieri è stato il primo giorno di riapertura per Palazzo Ducale e Museo Correr: si replica oggi e poi ancora lunedì e martedì. Sono stati 500 i cittadini che si sono recati a vedere i musei nella giornata di ieri: e poiché in questo periodo la circolazione tra regioni è proibita, quelle 500 persone che ieri si sono messe in coda per entrare nei musei sono probabilmente tutte di Venezia e dintorni. Parte della coda è merito anche del lavoro fatto dall’opposizione del Consiglio Comunale, che ha chiamato a raccolta la cittadinanza per dimostrare come i musei non siano solo un’attrazione turistica, ma sono patrimonio di tutti. Il consigliere Giovanni Andrea Martini della lista civica Tutta la Città Insieme ha infatti organizzato una mobilitazione, chiedendo ai veneziani un’azione molto semplice: andare a visitare i musei, per dimostrare interesse nei confronti della cultura, solidarietà verso i suoi lavoratori e amore per il patrimonio storico e artistico della città.
“Non si può semplicemente pensare ai pareggi di bilancio”, ha detto Martini, “occorre pensare a una crescita della città non solo in funzione del turismo ma in funzione della coscienza civica”. La giornata di ieri, secondo Martini, è stata una dimostrazione di “come i cittadini amino i loro Musei. Ora occorre che l’apertura non si limiti ai giorni di Carnevale e che si crei interesse per un turismo di prossimità che può garantire lavoro e qualità”.
Adesso dunque si spera di convincere la Fondazione a tornare sulla sua decisione: i musei infatti riapriranno stabilmente dal 1° di aprile, anche se qualche apertura extra è stata programmata per marzo. “I musei non sono stati aperti per i turisti, semmai per i visitatori della regione”, dice all’ansa la presidente della Fondazione, Maria Cristina Gribaudi. “È stato un segnale importante, una riapertura per veneziani e veneti, con orario prolungato. Stiamo ragionando di poter aprire, nel momento in cui il Dpcm cambierà, nei week-end anche nell’attesa della riapertura tra Regioni. E questo dovrebbe avvenire i primi giorni di marzo; inoltre il 25 dello stesso mese iniziano le celebrazioni per i 1600 anni di Venezia e noi saremo sicuramente operativi. La data del 1 aprile forse è stata un po’ strumentalizzata, il sindaco l’aveva data in via precauzionale. Ho parlato con alcuni albergatori che hanno avuto prenotazioni”.
La Fondazione adesso fa sapere che è al lavoro per ottenere fondi e partnership per avere un sostegno economico più importante che consenta di uscire dalla logica della sola sbigliettazione. “Siamo all’inizio di un anno con molte incognite per l’emergenza sanitaria”, dichiara la direttrice Gabriella Belli, “ed è importantela cautela. Se non avessimo avuto il ristoro del Mibact, avremmo avuto un segnale negativo di 7 milioni di euro. Cosa succederà nel 2021? Vogliamo lasciare un patrimonio della città gestito bene”.
Venezia, ecco chi visita i musei: i veneziani! Lunghe code per la riapertura provvisoria |