La Venere di Milo, celeberrimo capolavoro della scultura greca risalente al 130 a.C. circa, conservato al Louvre e notoriamente privo di braccia, ha ricevuto un paio di protesi. In realtà, nessun intervento sulla statua vera, ma su di una replica a grandezza naturale che è stata installata (con le sue protesi), nella stazione della metropolitana di Louvre-Rivoli a Parigi. Si tratta di un progetto ideato dall’associazione Handicap International per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle disabilità: l’associazione infatti ha avviato una raccolta fondi per la stampa 3D di protesi da donare a chi non se le può permettere. Si stima che oggigiorno, nel mondo, ci siano cento milioni di persone bisognose di apparecchiature ortopediche, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove l’accesso alle protesi è molto costoso e difficile.
Così, per sensibilizzare il pubblico sul tema, da ieri a Parigi sono comparse dieci statue di ogni epoca, mancanti di un arto o di una parte del corpo, integrate con protesi: l’obiettivo è quello di sostenere la campagna Body can’t Wait, che ha già fornito protesi stampate in 3D a diciannove persone in Togo, Siria e Madagascar e presto arriverà a coprire il fabbisogno di altre cento persone in India.
L’operazione è stata possibile grazie al supporto gratuito di un’équipe di produzione e dell’Agenzia Hérézie che ha curato la comunicazione. Handicap International intende rendere virale l’operazione (l’hashtag è #Bodycantwait) in modo che il messaggio si diffonda il più possibile. Per fare una donazione ci si può recare sul sito dell’associazione.
Un paio di protesi per la Venere di Milo |