Un piccolo museo del Massachusetts, il Founders Museum di Barre (circa 100 km da Boston), allestito in un’unica sala della locale Woods Library, ha restituito circa 150 oggetti considerati sacri dal popolo Lakota-Sioux, dopo che l’istituto li aveva conservati per più di un secolo. La cerimonia di restituzione, giunta dopo un lungo processo di repatriation, si è tenuta sabato scorso alla presenza dei membri delle tribù Oglala Sioux e Cheyenne River Sioux, a cui sono stati consegnati manufatti come armi, pipe, calzature, vestiti e oggetti vari che si pensa siano direttamente collegati al massacro di Wounded Knee, grave episodio di sangue avvenuto nel 1890 nel South Dakota: l’eccidio, di cui furono responsabili i soldati statunitensi, avvenne il 29 dicembre di quell’anno nella valle del torrente Wounded Knee, quando quattro squadroni di cavalleria del Settimo Reggimento uccisero circa 300 nativi, tra cui moltissime donne e diversi bambini. Non è ancora stato accertato con chiarezza il motivo che scatenò il massacro (probabilmente si trattò di incomprensioni relative a ordini impartiti dai soldati americani).
Stando alle ricostruzioni, gli oggetti del Founders Museum di Barre sarebbero appartenuti ad alcune vittime di Wounded Knee, e furono prelevati da un operaio coinvolto nelle operazioni di pulitura del luogo del massacro, e furono poi venduti a un residente del Massachusetts di nome Frank Root, secondo i registri del museo. Root donò i manufatti al museo nel 1892, dove sono rimasti da allora. La Wounded Knee Survivors Association nel South Dakota ha chiesto al museo di restituire i manufatti fin dall’inizio degli anni Novanta, ma ha sempre incontrato resistenza fino a epoche recenti. L’unico tentativo di restituzione si registrò nel 2007, quando il consiglio del museo cercò di restituire alcuni dei manufatti al popolo Lakota, ma secondo il museo non era chiaro a quale entità appartenessero. Poi, all’inizio di quest’anno, il museo ha riavviato il processo di repatriation, e ad aprile ha assunto un consulente, specialista del Native American Graves Protection and Repatriation Act (NAGPRA, la legge del 1990 che impone agli istituti pubblici statunitensi che ricevono finanziamenti federali di restituire gli oggetti dei nativi di valore culturale ai legittimi proprietari) per inventariare la sua collezione, consultare le tribù e restituire gli oggetti.
Quindi, il 29 settembre 2022, i membri della Barre Museum Association hanno votato all’unanimità per restituire molti oggetti considerati culturalmente significativi dai Lakota, e sabato scorso la restituzione è effettivamente avvenuta. “Da quando è avvenuto il massacro di Wounded Knee, i genocidi sono stati instillati nel nostro sangue”, ha detto al Boston Globe il nativo Orso Circondato, 20 anni, che si è recato a Barre dalla riserva indiana di Pine Ridge nel South Dakota. “E per noi riportare indietro questi artefatti è un passo verso la guarigione. Un passo nella giusta direzione”. “Per me è sempre stato importante restituire gli oggetti”, ha dichiarato Ann Meilus, presidente del consiglio di amministrazione del Founders Museum. “Penso che il museo sarà ricordato per essere dalla parte giusta della storia per averli restituiti”.
Gli oggetti restituiti sono tuttavia soltanto una frazione dei circa 870.000 manufatti dei nativi americani (inclusi quasi 110.000 resti umani) attualmente in possesso di università, musei e persino del governo federale degli Stati Uniti e che dovrebbero essere restituiti alle tribù ai sensi del NAGPRA. Adesso, come dichiarato sempre al Boston Globe da Toro Giallo, discendente di una delle vittime di Wounded Knee, gli oggetti saranno conservati presso l’Oglala Lakota College fino a quando i leader della tribù non decideranno cosa farne. Gli oggetti restituiti al popolo Sioux sono stati tutti autenticati da più esperti, inclusi esperti tribali. Il museo ha anche altri oggetti indigeni che non si ritiene abbiano avuto origine con i Sioux.
“Le nostre prossime azioni”, ha dichiarato il museo in una nota, “dipendono dalle decisioni di ogni fase del trasparente processo di consultazione. Attraverso ogni fase, il Founders Museum prenderà le aazioni necessarie. Non possiamo prevedere il risultato in questo momento, o quanto velocemente sarà completata ogni fase. Tuttavia, ci impegniamo a portare avanti questo processo il più rapidamente possibile: è l’obiettivo a cui ci dedichiamo”.
Nella foto: il Barre Founders Museum
USA, un piccolo museo del Massachusetts restituisce 150 oggetti sacri ai Lakota-Sioux |