L’emergenza coronavirus negli Stati Uniti rischia di avere pesanti conseguenze sui musei americani. È quanto denuncia l’American Alliance of Museums (AAM), organizzazione fondata nel 1906 e che rappresenta i musei degli USA. “Sollecitiamo il Congresso a stanziare almeno 4 miliardi di euro per i musei no profit nelle leggi che forniscono assistenza economica per l’emergenza Covid-19 (coronavirus)”, si legge in una nota della AAM. Secondo l’associazione, i musei americani perdono nel complesso almeno 33 milioni di euro al giorno a causa delle chiusure, e di conseguenza, scrive ancora l’AAM, “abbiamo disperato bisogno di supporto federale per mantenere i posti di lavoro, per tutelare il nostro patrimonio culturale, per aiutare la ricostruzione dell’industria turistica nazionale, e semplicemente per sopravvivere nei mesi che verranno”.
Gli Stati Uniti hanno una grande varietà di musei (musei d’arte, musei di storia, di storia naturale, musei militari, planetari, biblioteche, giardini e parchi pubblici, musei della scienza, giardini zoologici, musei per bambini, acquari, siti storici) e, fa notare ancora l’AAM, l’economia legata ai musei è “vasta e sta affrontando una seria minaccia, che mina la loro esistenza, a causa delle chiusure richieste per fronteggiare la pandemia di Covid-19”. I musei, prosegue la nota, “sono motori economici. L’impatto economico calcolato dall’American Alliance of Museums e Oxford Economics dimostra che questa economia dei musei contribuisce per 50 miliardi di dollari all’anno all’economia americana e genera 12 miliardi di dollari in tasse alle amministrazioni locali, statali e federali. I musei, inoltre, sono anche vitali fonti di occupazione e impiegano 726mila lavoratori ogni anno. I musei giocano un ruolo essenziale nell’infrastruttura educativa della nazione, dal momento che spendono più di 2 miliardi di dollari all’anno nell’istruzione. Gli effetti destabilizzanti dell’attuale crisi mettono a serio rischio il futuro di questi contributi all’economia americana e al sistema educativo”.
Le chiusure riguardano un alto numero di musei: “stimiamo”, fa sapere l’AAM, “che il 30% dei musei, molti dei quali appartenenti a comunità piccole o rurali, non riapriranno senza una significativa e immediata assistenza finanziaria d’emergenza. I primi congedi e i primi licenziamenti tra il personale dei musei sono già cominciati questa settimana [la settimana scorsa per chi legge, ndr]. Ci sono significative preoccupazioni per licenziamenti massicci, specialmente per i lavoratori impiegati su base oraria, che saranno quelli più colpiti”. La disoccupazione in ambito museale potrebbe inoltre “esacerbare diversi problemi delle comunità, come l’impossibilità di accedere alle cure mediche e al cibo, e anche il rischio di trovarsi senza un’abitazione”.
C’è poi anche un altro problema, molto sentito negli USA: “i musei”, riporta l’AAM, “si attendono importanti perdite in termini di donazioni, dal momento che i donatori riconsidereranno le loro risorse a causa della volatilità del mercato. Il Congresso dovrebbe fare in modo che le comunità locali siano in grado di supportare i loro musei e le organizzazioni no profit disponendo incentivi targettizzati e temporanei che consentano a tutti gli americani, a prescindere da quello che dichiarano, di ricevere delle agevolazioni fiscali in cambio di donazioni che sostengano il lavoro delle organizzazioni no profit, inclusi i musei, che hanno accusato danni dalla pandemia di Covid-19”.
La AAM riporta che gli americani hanno grande fiducia nei musei: il 96% ha un parere positivo dei politici che stimolano azioni legislative per supportare i musei, il 97% crede che i musei siano importanti asset educativi, e l’89% ritiene che i musei garantiscano importanti benefici economici alla propria comunità. I musei, inoltre, afferma l’AAM, “sono le più affidabili fonti d’informazione in America, ancora più dei giornali, dei ricercatori no profit, del governo, o dei ricercatori universitari. I musei possono far leva su questo altissimo livello di fiducia per educare in materia di Covid-19 e per combattere la disinformazione sulla sua diffusione. Fornendo informazioni al pubblico, i musei possono ridurre il rischio di contrarre o diffondere la malattia, e possono aiutare a sostenere i presidi sanitari locali, a mantenere la calma, a ridurre il rischio di un aumento delle discriminazioni o della xenofobia spesso alimentate dalle malattie che si diffondono su scala globale”.
E anche ora, malgrado le chiusure, malgrado i congedi, i musei “stanno ancora soddisfacendo l’aumento della domanda in tutto il paese fornendo lezioni, opportunità di apprendimento online, kit per i docenti e i genitori nelle zone dove le scuole sono state chiuse, condividendo mostre virtuali e contenuti accessibili a chi è in quarantena, continuando a fare manutenzione degli spazi all’aperto per fornire luoghi tranquilli dove ridurre lo stess in questo periodo di forte ansia, e aiutando le famiglie degli operatori sanitari grazie alla fornitura di assistenza e pasti per i loro bambini”.
I musei, conclude l’AAM, “sono punti di riferimento per le comunità e affrontano le sfide in tempi di crisi come quello che stiamo vivendo. Purtroppo ci aspettiamo che sempre più musei in tutta la nazione, nei mesi a venire, affronteranno difficoltà, pertanto sottolineiamo che i musei hanno bisogno, subito, di supporto economico”.
Stati Uniti, 30% dei musei rischia chiusura definitiva per il coronavirus. “Abbiamo disperato bisogno di aiuto” |