Umbria, il Comune di Giano vuole sgomberare l'importante centro culturale di Frigolandia


Il Comune di Giano nell’Umbria vuole far sgomberare Frigolandia, un significativo centro di produzione culturale.

Potrebbe chiudere dopo quindici anni l’esperienza di Frigolandia, la città immaginaria nata dalla mente del grande fumettista Andrea Pazienza (San Benedetto del Tronto, 1956 - Montepulciano, 1988) e rimasta un sogno fino al 2005, quando a Giano dell’Umbria, borgo in provincia di Perugia, il Comune diede in concessione un complesso di edifici a un gruppo di volontari che diedero vita all’utopia di Pazienza. Il complesso, noto come “La Colonia” (una ex colonia estiva dismessa), era stato concesso al giornalista e Vincenzo Sparagna (Napoli, 1946), presidente della società Frigolandia srl, famoso in quanto fondatore e direttore responsabile di una delle riviste culturali più significative dell’Italia degli anni Ottanta e Novanta, Frigidaire, pubblicata dal 1980 al 2008: qui, Sparagna ha fondato questa bizzarra “Repubblica della Fantasia”, che a quindici anni di distanza non smette di essere una rilevante esperienza artistica e giornalistica. Adesso però un’ordinanza di sgombero del Comune di Giano dell’Umbria potrebbe far morire Frigolandia.

Ma cos’è questo luogo insolito? È un centro culturale che consta di un edificio principale attorniato da alcune dépendance, aggrappato a un colle nei pressi del borgo umbro: è al contempo un museo (il “M.A.M. - Museo dell’Arte Maivista”, ovvero, come si legge nel progetto originale, “quell’arte imprevista, multipla, alta, bassa, media, pop e anti-pop, inventata, e pubblicata - dal 1977 in poi - dalle riviste ‘certificate maiviste’ come Frigidaire, Cannibale, Il Male, Frìzzer, Vomito, Tempi Supplementari, Il Lunedì della Repubblica, il Nuovo Male, la Piccola Unità ecc. ecc.”), un archivio di riviste come Frigidaire, Il Male e le altre appena citate (e dove si conservano tavole di rilevanti disegnatori come Andrea Pazienza, Tanino Liberatore, Filippo Scozzari, Stefano Tamburini e altri), un parco di due ettari con aree per letture, passatempi e giochi per bambini, la sede della redazione de Il Nuovo Male, un teatro all’aperto, e poi ancora un luogo d’incontro, una città e una repubblica immaginaria, dotata di una sua “Costituzione” in cui, all’articolo 1, si presenta come “una libera unione di uomini, donne, bambini, animali, piante e minerali fondata sulla fantasia” e che poggia su solidi principi costitutivi (“la pacifica e solidale convivenza umana, il rispetto per la terra e per ogni essere vivente, il rifiuto di qualunque tipo di intolleranza culturale, sociale, etnica o religiosa”). Sul suo sito, www.frigolandia.eu, si trovano esaurienti descrizioni delle idee e delle attività che Frigolandia porta avanti.

L’archivio di Frigolandia è talmente importante che l’Università di Yale, nel 2018, ne ha acquisito una parte da mettere a disposizione dei suoi studenti. In più, questo centro culturale non ha mai ricevuto soldi pubblici (anzi, corrisponde il canone di concessione al Comune): si autofinanzia con la pubblicazione dei suoi periodici, con l’organizzazione degli eventi, con la vendita dei “passaporti”, una forma di sostegno al progetto che dà diritto a un abbonamento e a 7 giorni da trascorrere a Frigolandia, dove a disposizione degli ospiti c’è una casetta completamente attrezzata. Un’esperienza di importante valore culturale, di livello internazionale, che rischia dunque di finire. L’ordine di sgombero risale all’11 marzo 2020, proprio all’inizio dell’emergenza coronavirus, due giorni dopo la chiusura dell’Italia per il confinamento anti-contagio.

Ma quali sono i motivi dello sfratto? Il sindaco di Giano dell’Umbria, Manuel Petruccioli, eletto con una lista civica appoggiata dalla Lega dopo anni di ininterrotta amministrazione di centro-sinistra (durante i quali c’erano stati comunque altri tentativi anti-Frigolandia) li ha riassunti in un lungo post su Facebook lo scorso 10 giugno. Il problema sta tutto nel contratto di concessione del 2005, che prevedeva, si legge nel post del sindaco “un primo termine decennale con scadenza al 6.12.2015 ed ulteriori tre rinnovi taciti di pari annualità sino, quindi, all’anno 2045”. Nel 2014, il complesso della “Colonia” veniva inserito nel PUC-3 (“Progetto Utilità Collettiva”) finanziato con un decreto regionale e il Comune ha pertanto “inteso riappropriarsi della disponibilità del compendio”, ma l’amministrazione dell’epoca non ha mai provveduto a farsi rilasciare il complesso. “Con l’insediamento della amministrazione che ho l’onore di guidare”, prosegue Petruccioli, “abbiamo deciso di riprendere la questione sotto mano e vedere la legittimazione degli atti involventi la questione controversa”, e con due delibere (una in giunta e una in consiglio, entrambe del 30 dicembre 2019), l’amministrazione ha di nuovo espresso la volontà di tornare in possesso del complesso. Per il sindaco, Frigolandia avrebbe poi violato gli obblighi di valorizzazione che avrebbe dovuto onorare: “non abbiamo mai visto i progetti turistici”, ha scritto Petruccioli, “non abbiamo mai visto amatori della cultura recarsi in quel luogo, non abbiamo mai visto artisti né tanto meno aggregazioni o eventi di migliaia di persone”.

Non è chiaro cosa sarà dell’ex colonia se Frigolandia verrà fatta sloggiare: probabile che diventi un complesso turistico. Sparagna tenta di opporsi facendo valere le ragioni giuridiche (in particolare il punto del contratto che prevedeva il rinnovo automatico fino al 2045: contro l’ordinanza di sgombero è stato fatto ricorso al Tar) e quelle culturali, queste ultime rivendicate attraverso una petizione su change.org: “Frigolandia”, sottolinea Sparagna schierandosi implicitamente anche contro i gianesi che lo accusano di non aver fatto niente per il territorio, “è stata visitata negli anni da migliaia di famiglie, giovani, studiosi e ricercatori di ogni parte d’Italia e del mondo, moltiplicando così anche l’afflusso turistico sul territorio umbro”. Inoltre, aggiunge il giornalista, “la minaccia di sgombero è tanto più assurda in quanto Frigolandia non ha mai ricevuto contributi pubblici, paga regolarmente il canone previsto dal contratto di concessione firmato nel 2005, ed è in piena attività con la pubblicazione di riviste e libri, la realizzazione di seminari di studio, l’organizzazione di mostre di successo ed eventi culturali in molte città italiane”. La scomparsa di Frigolandia vorrebbe dire la chiusura delle riviste oltre che, conclude Sparagna, “la dispersione della biblioteca e del prezioso archivio storico, oggetto di molte tesi di laurea italiane e di studi specialistici anche nella prestigiosa Università di Yale nel Connecticut. Sarebbe un danno irreparabile e un vero crimine culturale”.

A sostegno di Sparagna si è schierata vasta parte del mondo della cultura e della politica. Tra questi, il giovane giornalista e fumettista Mario Natangelo (che ha avuto anche una querelle col sindaco), il sociologo Uliano Conti dell’Università di Perugia, lo scrittore Valerio Millefoglie e, da ultimo, il deputato di Liberi e Uguali Nicola Fratoianni che il 5 agosto ha anche presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, per chiedere “quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, affinché esperienze di grande e comprovato interesse storico e culturale”, come quella di Frigolandia, “vengano tutelate e valorizzate, anche tramite l’individuazione di spazi pubblici, evitando che patrimoni unici come Frigolandia possano andare dispersi”. La battaglia sembra dunque appena iniziata.

Umbria, il Comune di Giano vuole sgomberare l'importante centro culturale di Frigolandia
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