Sei attivisti di Ultima Generazione si sono incollati ieri pomeriggio, intorno alle 15.30, sulla parete dove è esposta l’opera di Francesco Guardi dal titolo Il bacino di San Marco con l’isola di San Giorgio e la Giudecca alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Hanno teso un filo davanti alla tela, con la data 2044, “anno dopo il quale non si sa cosa ne sarà della città e del mondo”, hanno affermato. Sul posto è intervenuta la polizia che ha proceduto con l’identificazione degli attivisti.
La scelta di incollarsi sotto al dipinto di Guardi che si data ante 1774 e che raffigura lo scorcio veneziano a cui il titolo stesso dell’opera fa riferimento è una scelta voluta poiché al centro della protesta di ieri degli attivisti di Ultima Generazione è proprio il destino di Venezia, città minacciata dai cambiamenti climatici.
“Venezia sarà abitabile ancora per poco”, si legge sul post social che rivendica il gesto. "2044, il destino di Venezia appeso a un filo. Una città che a causa di decenni di politiche criminali tra non molto sarà sommersa dall’acqua e vedrà i suoi abitanti costretti a emigrare.
2044, un collasso climatico ormai inarrestabile e una città fantasma di cui potrebbe rimanere soltanto la veduta raffigurata da Francesco Guardi ed esposta alle Gallerie dell’Accademia che abbiamo scelto simbolicamente di coprire.
2024, ora, l’ultimo momento che ci rimane per scegliere da che parte stare, per resistere di fronte a una politica malata prima che ci renda migranti climatici. Siamo l’ Ultima Generazione che può salvare il futuro nostro e di chi verrà dopo di noi, abbiamo il dovere morale di agire".
Venezia, Gallerie dell'Accademia: blitz di Ultima Generazione per difendere il futuro della città lagunare |