In occasione della mostra Dante gli occhi e la mente. Le arti al tempo dell’esilio che si terrà a Ravenna per celebrare i 700 anni dalla scomparsa di Dante Alighieri, due capolavori della pittura medievale facenti parte delle collezioni delle Gallerie degli Uffizi saranno trasferiti da Firenze a Ravenna.
Si tratta del Polittico di Badia di Giotto e del San Francesco riceve le stimmate del Maestro della Croce 434. Il museo fiorentino concede inoltre in prestito, nell’ambito dell’accordo di collaborazione culturale pluriennale, l’opera ottocentesca Dante in esilio di Annibale Gatti.
La rassegna Le Arti al tempo dell’esilio, a cura di Massimo Medica, direttore dei Musei civici d’Arte Antica di Bologna, si terrà dal 6 marzo al 4 luglio 2021 nella chiesa di San Romualdo a Ravenna: in questa occasione gli Uffizi presteranno le prime opere; altri prestiti seguiranno poi con cadenza annuale per ogni settembre dantesco, a cui si aggiungerà il deposito a lungo termine di alcune opere che saranno parte integrante del progetto Casa Dante.
Il Polittico di Badia di Giotto risale al 1300 circa e originariamente si trovava sull’altare maggiore della Badia di Firenze, una delle chiese più importanti della città, situata nei pressi dell’abitazione di Dante. Nell’ideale percorso affrontato dalla mostra, l’opera, sicuramente nota al Sommo Poeta, è inserita nella sezione della mostra dedicata a Firenze, insieme al San Francesco riceve le stimmate, databile intorno al 1250, del Maestro della Croce 434.
Le opere presenti in questa prima sezione costituiscono la premessa per affrontare i temi dell’esposizione, incentrata in particolare sul periodo dell’esilio del poeta, che ha avuto inizio nel 1302. Roma, Arezzo, Verona, Padova, Bologna, Lucca, Pisa, Ravenna sono alcune delle città che Dante ebbe occasione di visitare in quegli anni: seguendo le peregrinazioni del poeta, la mostra intende ripercorrere un ideale itinerario di immagini, una sorta di mappa delle sue conoscenze artistiche.
Per la ricostruzione del ‘viaggio’ dantesco attraverso opere d’arte riconducibili ai luoghi dell’esilio, si parte da Firenze. L’origine fiorentina del poeta gli permise di conoscere la rivoluzione artistica di Giotto.
“La collaborazione istituzionale tra gli Uffizi e Ravenna, in casi di progetti importanti come questo” ha dichiarato il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt "pone in primo piano il territorio e la sua storia, ne esalta i valori, promuove la conoscenza e, non ultimo, diventa un ingranaggio fondamentale della ripresa dopo la pandemia. Il volgare fiorentino è diventato lingua letteraria nazionale grazie a Dante, Giotto ha diffuso in tutta Italia una forma espressiva nuova e radicale, alla base di ogni sviluppo artistico successivo: solo riallacciandoci a quegli esempi coraggiosi di apertura possiamo fare del nostro patrimonio una forza sociale per l’intero paese”.
Immagine: Giotto, Polittico di Badia (1300 circa; tempera su tavola, 142 x 337 cm; Firenze, Uffizi)
Da Firenze a Ravenna: gli Uffizi prestano Giotto e altri capolavori per Dante |