Gli Uffizi rendono omaggio al grande regista russo Andreij Arsen’evič Tarkovskij (Zavrazh’e, 1932 - Parigi, 1986) nel novantesimo anniversario della nascita con letture, musiche e testimonianze, il tutto nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, dove sono state esposte poesie del padre del regista, Arsenij Tarkovskij (considerato uno dei principali protagonisti della poesia russa del Novecento) riprodotte su grandi pannelli, e dove, proprio al centro della sala, è stato inserito un ritratto di Andrej Tarkovskij realizzato dal pittore Americo Mazzotta.
Nel corso della giornata celebrativa (Andreij Tarkovskij nasceva proprio il 4 aprile), l’attore Gianluigi Tosto ha letto frammenti dalla conferenza sull’Apocalisse di San Giovanni che il regista tenne alla St. James Church nel 1984; tra un passo e l’altro, la violinista Natascia Gazzana ha eseguito brani di musica classica e non solo: Johann Sebastian Bach (1685-1750), Adagio dalla Sonata I in Sol minore BWV 1001; Johann Sebastian Bach (1685-1750), Allemanda dalla Partita II in Re minore, BWV 1004; Tõnu Kõrvits (1969), Monologue dalla Stalker Suite; Ilja Demutskij (1983), The second answer da Four answers to a simple question; Valentin Silvestrov (1937), Serenada. Oltre a Bach, amatissimo da Tarkovskij, le composizioni scelte sono state create da un autore russo (Ilja Demutskij), uno ucraino (Valentin Silvestrov) e uno estone (Tõnu Kõrvits).
A ricordare con commossi interventi Tarkovskij, durante l’evento, sono stati il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, il figlio del regista e Presidente dell’Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij, Andrej Andreevič Tarkovskij, e poi ancora Stefano Garzonio, Professore ordinario di lingua e letteratura russa dell’Università di Pisa, e Andrea Ulivi delle Edizioni Meridiana.
“Grazie alle sue opere d’arte cinematografiche Tarkovskij ha contribuito all’umanità intera, dunque rendergli omaggio è doveroso ancora di più in un momento di tensioni come questo”, ha sottolineato Eike Schmidt, “e farlo qui a Palazzo Pitti ha un significato particolare perché l’ultimo progetto a cui stava lavorando quando ci ha lasciato era dedicato a Dostoevskij: proprio Dostoevskij, qui in Piazza Pitti, scrisse alcune parti del suo capolavoro L’idiota. Gli artisti russi hanno contribuito alla cultura del mondo, ora non vanno oscurati. Non si deve permettere questo”.
“Oggi”, ha aggiunto Andrej Andreevič Tarkovskij, “nella drammatica situazione che stiamo vivendo parlare di Tarkovskij è ancora più attuale. Ed è ancora importante e simbolico farlo qui a Firenze, agli Uffizi, il museo che più amò e apprezzò nella sua vita. Mio padre non fu mai un dissidente ma contestava il materialismo della società, la perdita della capacità di ricerca, di sviluppo della nostra spiritualità. Il nostro sviluppo tecnico, materiale, è cresciuto, andato ben oltre, ma quello spirituale è rimasto fermo. Per questo la società è sbagliata, per questo ci sono le guerre”.
L’evento, trasmesso in diretta Facebook sulla pagina delle Gallerie, è stato seguito da migliaia di persone.
Nell’immagine: Andreij Andreevič Tarkovskij, Natascia Gazzana e Eike Schmidt con il ritratto di Tarkovskij.
Gli Uffizi omaggiano il grande regista russo Andreij Tarkovskij nel 90° della nascita |