Uffizi, aumentano giorni in cui si paga 25 €. Protestano i sindacati (ma non per l'aumento in sé)

Gli Uffizi aumentano i giorni con il biglietto d’accesso a 25 euro riducendo, di conseguenza, il numero di giornate in cui i visitatori possono entrare a prezzo ribassato. La nuova politica tariffaria, che prevede una doppia stagionalità (alta stagione a 25 euro l’intero, bassa stagione a 12 euro), era entrata in vigore a gennaio: l’alta stagione era in vigore dal 1° marzo al 31 ottobre, la bassa stagione dal 1° novembre al 28 febbraio. Nei giorni scorsi, il museo di Firenze ha ritoccato le due stagionalità: l’alta stagione viene anticipata al 21 febbraio e allungata al 9 novembre, rosicchiando così un paio di settimane alla bassa stagione. Ma non è tutto: alla bassa stagione vengono sottratte altre due settimane, quelle delle festività natalizie (dal 21 dicembre al 9 gennaio) che saranno considerate alta stagione.

In sostanza, la bassa stagione dura adesso dal 10 novembre al 20 dicembre, e riprende dal 10 gennaio per concludersi il 20 febbraio. In pratica, 81 giorni di bassa stagione (due mesi e mezzo, sostanzialmente), contro nove mesi e mezzo, 284 giorni, di alta stagione. All’incirca un mese di alta stagione in più rispetto alle politiche precedenti. Rimane invece invariata la promozione mattutina, per cui chi entra in alta stagione tra le 8:15 e le 8:55 ha diritto a uno sconto di sei euro.

L’aumento dei giorni in cui si paga il prezzo pieno ha fatto insorgere i sindacati, che hanno pubblicato nelle scorse ore una nota non per protestare contro l’aumento in sé, ma per suggerire al museo di migliorare le condizioni dei lavoratori a fronte dei previsti aumenti degli introiti. Nella nota, firmata da Rsu Opera, Filcams Cgil Firenze, UilTucs Toscana, si legge: “Sembrerebbe [...] che con un tratto di penna si possa decidere di aumentare notevolmente gli incassi dell’azienda che si aggiudicherà la nuova gara per i servizi museali, ma quando si tratta di scrivere tutele solide per far mantenere, nel nuovo affidamento, i livelli contrattuali, occupazionali e retributivi di lavoratori e lavoratrici quella stessa penna si inceppa. Per Filcams, UILTuCS Toscana e RSU Opera è Inaccettabile. È ora che finalmente parte degli introiti enormi del turismo finisca anche per migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori”.

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