In Ucraina una galleria d’arte che aveva chiuso allo scoppio della guerra ha riaperto i battenti: la Galleria Voloshyn di Kyiv organizza dal 14 aprile al 21 maggio la mostra collettiva camera Camera Obscura per dare un segnale di normalità. La rassegna è infatti un tentativo di mostrare la luce nell’oscurità che oscura l’Ucraina, rifratta attraverso il prisma di opere di artisti che esplorano i media della fotografia e ne sottolineano l’importanza nel contesto della guerra. Alla rassegna partecipano gli artisti Krasimira Butseva, Nikita Kadan, Lesia Khomenko, Brilant Milazimi, Mila Panic, Vlada Ralko e Yevgen Samborsky, e il collettivo Open Group.
Per i titolari Max e Julia Voloshyn, che hanno fondato la galleria nell’ottobre 2016 riuscendo a farla affermare nel giro di breve tempo come una delle principali in Ucraina, riaprire significa anche dare sostegno alla scena artistica ucraina durante la guerra, oltre a segnare un piccolo passo verso una normalità che ancora non è tornata. Nella capitale Kyiv però la situazione adesso è più stabile, e i due giovani galleristi hanno ritenuto che fosse giunto il momento di aprire. Naturalmente nell’ultimo anno non se ne sono stati con le mani in mano: sono stati infatti ospitati da diverse altre gallerie, soprattutto negli Stati Uniti, e hanno dunque potuto continuare a lavorare, seppur fuori sede, e hanno fatto conoscere la realtà artistica dell’Ucraina al di fuori dei confini del paese. Hanno partecipato anche a fiere importanti, come Arco a Madrid e Art Brussels a Bruxelles. E durante l’anno della guerra la galleria, che si trova nel quartiere Shevchenko della capitale (teatro di alcuni feroci bombardamenti russi), è stata utilizzata anche come rifugio. E adesso finalmente torna a essere ciò che doveva essere: uno spazio espositivo.
La mostra trasforma l’interno della Galleria Voloshyn in una camera oscura, con le opere degli artisti che rappresentano raggi di luce. Il loro dialogo vuole creare una connessione non lineare tra l’intuitivo e l’esplorativo e produce associazioni che superano di gran lunga la prospettiva visibile. La mostra vuole anche mettere in risalto le paure personali che la guerra suscita in ciascuno di noi. Esamina i sentimenti di umanità e dignità alla luce del conflitto esistenziale sempre presente tra il bisogno personale di sicurezza e l’impegno per la libertà. Camera Obscura invita pertanto lo spettatore a immergersi nell’oscurità che giace da qualche parte tra passato e presente, allo stesso tempo forzata e nascosta, corporea e sensuale, privata e politica, unendo la vita reale e il processo di ragionamento concettuale.
Ucraina, a Kyiv riapre una galleria d'arte che aveva chiuso durante la guerra |