La guerra in Ucraina comincia a mietere vittime anche nel patrimonio culturale. È stato infatti distrutto già lo scorso 25 febbraio (ma la notizia si è diffusa nelle ultime ore) il Museo di Storia Locale di Ivankiv, cittadina di diecimila abitanti alla periferia della capitale Kiev, dove è in corso una battaglia tra l’esercito russo e quello ucraino. A darne comunicazione, con un post su Facebook, è la direttrice della riserva storico-culturale di Vyshhorod, Vlada Litovchenko. La notizia è stata poi confermata questa mattina dal Ministero degli Esteri dell’Ucraina con un tweet. Sempre su Twitter, il giornalista Bogdan Voron ha pubblicato un video dell’incendio del museo.
“L’attacco armato della Russia all’Ucraina”, ha scritto ieri Litovchenko sulla sua pagina Facebook, “sta distruggendo numerosi siti del patrimonio civile e culturale in Ucraina. Innumerevoli monumenti storici e architettonici e siti archeologici sono minacciati dai bombardamenti dell’artiglieria e dal movimento incontrollato di pesanti autocarri militari. Un’altra perdita irreparabile del patrimonio storico e culturale dell’Ucraina è la distruzione del Museo di Storia Locale di Ivankiv il 25 febbraio durante questi giorni infernali per il nostro paese, sepolto nel villaggio di Bolotnya, distretto di Ivankivsky (ora Vyshhorod), oblast’ di Kiev”. Nel suo post, Litovchenko richiama inoltre la Russia al rispetto della Convenzione dell’Aia, che ha firmato al pari dell’Ucraina.
Durante l’incendio che ha portato alla distruzione del museo sono andate perse circa venti opere dell’artista naïve Maria Prymachenko (1908-1997), una delle artiste più rappresentative del paese, che ha esposto anche all’estero e fu ammirata da Pablo Picasso. Il museo era stato aperto nel 1981 e aveva subito un intervento di rinnovamento tra il 2016 e il 2018. La collezione delle opere di Prymachenko era il fiore all’occhiello del museo e rappresenta una perdita molto grave per il patrimonio artistico del paese.
Intanto il ministro ucraino della cultura, Oleksandr Tkachenko, si è appellato all’Unesco per chiedere di espellere la Russia dall’organizzazione e di cambiare la sede della 45a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, che è in programma dal 19 al 30 giugno proprio in Russia, nella città di Kazan’. “L’attacco armato della Russia all’Ucraina”, ha scritto Tkachenko sul suo canale Telegram, “sta attualmente distruggendo numerosi siti del patrimonio civile e culturale in Ucraina. Innumerevoli monumenti storici e architettonici e siti archeologici sono minacciati dai bombardamenti dell’artiglieria e dal movimento incontrollato di pesanti autocarri militari. Dal 2014 la Federazione Russa viola sistematicamente il diritto internazionale umanitario e le convenzioni internazionali sulla protezione del patrimonio culturale, in particolare nella penisola di Crimea. Le sue azioni hanno già danneggiato l’antica città di Cherson, che è inclusa nella Lista del Patrimonio Mondiale, così come il Palazzo Bakhchisaray dei Khan di Crimea, e altri siti del patrimonio culturale”.