Il Museo d’Arte di Kherson in Ucraina afferma di aver identificato circa un centinaio di opere che, secondo l’istituto, sarebbero state rubate dai russi durante l’occupazione della città, durata circa otto mesi. “L’identificazione delle opere d’arte trafugate è in corso”, scrive il museo sulla propria pagina Facebook. “Molte delle opere d’arte rubate dai russi al Museo d’arte di Kherson sono al 100% nelle mani degli occupanti. I saccheggiatori documentano i loro crimini con le loro stesse mani e questo ci consente di determinare dove si trova almeno una parte dei beni rubati”. Il museo di Kherson fa riferimento a un video di propaganda che è stato girato nel settembre del 2023 al Museo Centrale della Tauride di Sinferopoli, in Crimea, dove si troverebbe almeno parte delle opere portate via da Kherson.
Tra le opere identificate nel video andato in onda sulla tv russa ne figurano, secondo il museo di Kherson, tre che gli appartengono: i Pescatori in riva al mare (1932) di Ivan Shulga (1889 – 1956), pittore originario dell’oblast di Kherson, che ha trascorso gran parte della sua vita lavorando a Kharkiv, e la cui opera appartiene a un ciclo di propaganda parte della tradizione del realismo socialista, in cui il maestro glorifica il lavoro dei pescatori, delle lattaie e di altri lavoratori sovietici; un acquerello di Venera Takaeva (1931), maestra dell’acquerello il cui lavoro è dominato da nature morte e ritratti; Una giornata uggiosa (1967) di Yefrem Zverkov (1921 – 2012), artista attivo negli anni Sessanta, uno dei fondatori dello “stile rigoroso”, è uno dei paesaggisti russi più famosi del XX secolo.
“In realtà”, afferma il museo, “le 100 opere identificate sono una goccia nell’oceano, meno dell’1% di quanto rubato, perché con il pretesto della cosiddetta ‘evacuazione’, gli occupanti hanno portato via più di 10.000 opere d’arte. Ma ogni dipinto, ogni opera grafica, ogni opera – tutto ciò che identifichiamo è una prova inconfutabile che le opere rubate (almeno queste) sono nelle mani di saccheggiatori d’arte russi. E affinché i criminali, come è loro abitudine, non dicano che ‘non c’erano’, catturiamo il più possibile tutto ciò che vediamo nelle foto e nei video”.
Altre opere si troverebbero, secondo gli ucraini, nella cittadina di Henichesk, che si trova nell’oblast di Kherson, sulle coste del mar Nero, e non è ancora stata liberata: è occupata dai russi dall’inizio dell’invasione e il 9 novembre 2022 è stata resa capoluogo delle aree occupate dell’oblast di Kherson occupato. In particolare, a Henichesk è stata identificata secondo gli ucraini un’opera di Konstantin Korovin del 1916, esposta il 19 marzo 2024 durante un evento organizzato dai russi per celebrare il decimo anniversario dell’annessione della Crimea alla Russia (annessione non riconosciuta da ONU, UE, Osce, oltre che dalla stessa Ucraina e dalla stragrande maggioranza degli Stati del mondo). “I nostri dubbi che non tutta la collezione rubata sia stata trasportata in Crimea cominciano a trasformarsi in fatti”, sostiene il Museo d’Arte di Kherson. “Ma ciò che è più allarmante è il trattamento riservato da questi pseudo-museologi al capolavoro: un quadro senza cornice, senza vetro protettivo, in prossimità dei dipinti... ”. Secondo il museo ucraino, “l’atteggiamento negligente nei confronti del capolavoro da parte dei rappresentanti delle strutture occupanti e le testimonianze oculari del furto della collezione del museo (i predoni hanno caricato le opere d’arte sui camion come fossero spazzatura) indicano che i restauratori devono ancora lavorare”.