Nel sito ufficiale dell’ente del turismo della città di Tournai, in Belgio, nella top ten delle attrazioni da vedere figura il Pont des Trous (“Ponte dei buchi”), un ponte medievale, del tredicesimo secolo, definito “una delle più prestigiose vestigia dell’architettura medievale del Belgio”: adesso possiamo tranquillamente parlare al passato, perché il Pont des Trous, costruito tra il 1281 e il 1304 (nonché uno degli unici tre ponti militari del tredicesimo secolo rimasti al mondo) è stato in parte abbattuto per consentire il passaggio di imbarcazioni più grandi di quelle che normalmente riuscivano a passare sotto le sue magnifiche arcate ogivali gotiche.
In particolare, sono state smontate proprio le tre arcate centrali del ponte che attraversa il fiume Escaut (Scheldt in fiammingo), in un piano che prevede anche l’allargamento del letto del fiume nei pressi della città in modo da consentire il passaggio di imbarcazioni fino a duemila tonnellate, attualmente impossibilitate a transitare di lì proprio per via del ponte.
Lo smontaggio delle arcate ha preso il via venerdì mattina, alle 6, dopo anni di dibattito sul da farsi (è anche possibile seguire i lavori in diretta sul web). Le pietre (in parte originarie, in parte no: il ponte è stato infatti rimaneggiato dopo la seconda guerra mondiale, a causa dei danni subiti nel corso dei bombardamenti: solo le torri laterali non sono mai state toccate dopo il Trecento) sono state conservate, perché il ponte verrà ricostruito a partire dal 2020, anche se con le arcate rese più alte. Le autorità hanno già fatto sapere che il ponte non sarà ricostruito identico a quello che si sta abbattendo in queste ore, anche se le forme saranno simili. La fine dei lavori è prevista per domani.
Ovviamente in Belgio monta la protesta per l’abbattimento di un ponte storico, peraltro uno dei simboli della sua città. “Il Belgio”, ha commentato Didier Rykner sul quotidiano La Tribune de l’Art, “si appresta a demolire in tempo di pace ciò che era stato parzialmente distrutto in tempo di guerra. E anche se la ricostruzione sarà condotta entro i termini, si tratta di un vandalismo rivoltante. Ricordiamo che il ponte è classificato come monumento storico”. Rykner si domanda cosa succederà in futuro, dopo l’abbattimento del ponte: e in effetti l’operazione crea un pericolosissimo precedente, anche perché non si tratta dell’unico caso in cui un’amministrazione propone di abbattere o demolire o spostare opere antiche per ragioni di viabilità (lo abbiamo visto anche in Italia, quando qualche mese fa il sindaco di Pisa proponeva di demolire tre arcate dell’acquedotto mediceo per farci passare la nuova tangenziale).
Mentre cominciavano i lavori, gruppi di persone e membri di associazioni per la tutela del patrimonio storico si sono radunati sulle rive dello Scheldt a osservare il triste spettacolo che si apriva dinnanzi ai loro occhi. Tra gli altri, anche il ministro dell’energia e dell’ambiente del Belgio, Marie-Christine Marghem, che ha lamentato la “mancanza di empatia” per la comunità da parte dell’amministrazione comunale di Tournai (cui spettava la decisione di demolire il ponte). Il ministro, originario di Tournai, ha scritto che “dal momento che un abitante di Tournai vive la sua città nella gioia e nel dolore, sono qui ai piedi del Pont des Trous fin dall’alba per vedere come dei guastafeste istituzionali attaccano un monumento senza seguire un protocollo di tutela, sotto l’occhio cupo dei piccoli potentati locali”. Critiche anche per come i lavori vengono condotti: “innanzitutto”, ha continuato il ministro, “non vedo nessuna pietra numerata. Siamo sorpresi? E in più, nessuna parola di empatia è stata indirizzata alla popolazione, che in una consultazione popolare aveva già espresso il suo amore per le sue radici, la sua identità e la sua storia”.
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In Belgio abbattono ponte medievale per far passare grandi imbarcazioni. A pezzi opera del XIII secolo |