Si sono conclusi i lavori di restauro nella Basilica di San Francesco ad Arezzo che hanno in particolare interessato le superfici lapidee e le vetrate policrome. Gli interventi si sono resi necessari dall’improvviso cedimento nel gennaio 2020 della colonnina centrale della bifora della Cappella Guasconi e dunque, dopo l’immediata messa in sicurezza, la Direzione regionale Musei della Toscana, grazie a un rilevante finanziamento stanziato dal MiBACT, ha dato il via ai lavori di restauro, su progetto dell’architetto Lorenza Carlini. Il cantiere, diretto dall’architetto Rossella Sileno, direttrice del sito museale, è partito alla fine di luglio ed è durato cinque mesi, interessando i prospetti esterni, le bifore delle due cappelle absidali e le monofore vetrate della navata sinistra.
Sono state sostituite, tra gli interventi principali, le colonnine in pietra delle bifore della Cappella Guasconi e della Cappella Tarlati di Pietramala, riaperte nel primo decennio del Novecento nel corso dell’intervento di restauro condotto da Umberto Tavanti. Le due colonne in pietra arenaria sono state sostituite da altre in pietra bigia del macigno di Santa Brigida, più resistente, riprendendo fedelmente profilo e dimensioni delle precedenti, ma con una finitura sabbiata che permette di distinguere l’intervento di restauro.
Le superfici murarie esterne, con i loro elementi decorativi in arenaria scolpita, sono state oggetto di un accurato intervento di pulitura, consolidamento e restauro, restituendone un’immagine che evidenzia la semplicità dell’architettura francescana.
Gli interventi sulle vetrate della Cappella Guasconi e della Cappella Tarlati di Pietramala e sulle cinque monofore istoriate sul lato sinistro della Basilica, diretti dalla restauratrice della Direzione regionale Giulia Basilissi, hanno permesso di recuperare gli originari effetti cromatici e di trasparenza.
Le vetrate della Cappella dei Caduti sono state realizzate nel 1923 dalla famosa fornace fondata e diretta da Galileo Chini, come testimonia la scritta che si legge sul bordo inferiore “Fornaci - di San Lorenzo – Chini e Cc – Borgo S Lorenzo”. Le fonti riconducono alla stessa manifattura anche la vetrata con lo stemma dei Mutilati di Guerra. Dopo la pulitura hanno assunto maggior risalto le figure di san Giusto e san Vigilio, rispettivamente patroni di Trieste e Trento, le vedute di queste due città e i loro stemmi.
Le altre due vetrate restaurate, che raffigurano san Serafino e san Benedetto, sono state realizzate nel 1911 nella bottega fiorentina di Ulisse De Matteis su disegno di Ezio Giovannozzi.
Grazie al restauro è stato possibile recuperare gli effetti luministici originali e valorizzare pienamente la policromia delle vetrate, che sono state protette con un sistema di controvetratura dotato di filtri UV, funzionale a una migliore conservazione dei vetri e dei piombi e a una migliore visibilità esterna.
Nell’immagine, le vetrate raffiguranti san Giusto e san Vigilio nella Basilica di San Francesco ad Arezzo.
Arezzo, terminato il restauro delle vetrate policrome della Basilica di San Francesco |