Svezia, il governo abolisce l'ingresso gratis ai musei e taglia il 10% alla cultura


In Svezia il governo ha abolito l’ingresso gratuito nei musei statali, che dal 2016 applicavano il modello britannico (musei gratis per tutti, ingresso a pagamento alle mostre). Inoltre taglia il 10% al bilancio della cultura, che rimane tuttavia uno dei più alti di sempre.

Mentre in Italia si discute sulla gratuità dei musei, in Svezia il nuovo governo di centrodestra guidato da Ulf Kristersson è passato alle vie di fatto abolendo l’ingresso gratis nei musei statali e tagliando il budget della cultura di 1 miliardo di corone svedesi, ovvero circa 90 milioni di euro. Il taglio rappresenta circa un 10% del bilancio precedente: nel 2023, infatti, la cultura svedese riceverà 9,033 miliardi di corone (circa 840 milioni), contro i 10,133 dell’esercizio precedente. I tagli, ha spiegato la ministra della cultura Parisa Liljestrand, sono legati per lo più alla riduzione e in alcuni casi alla cessazione dei sostegni legati alla pandemia di Covid-19. Secondo il governo svedese, non ci sarebbe infatti ragione di iniettare ancora sostegni nel bilancio per la cultura.

“Sono orgogliosa”, ha detto Liljestrand, “che in una situazione così difficile possiamo proteggere la cultura”, alludendo al fatto che, nonostante la difficile congiuntura economica, la sforbiciata alla cultura non sia stata ancora più pesante, e la cultura abbia potuto mantenere uno dei bilanci più alti di sempre per la Svezia. “Per il governo, la libertà dei media e una vivace vita culturale sono parti inalienabili di una società aperta. Ora ho presentato il bilancio della cultura, ma la cultura è ovviamente influenzata dalla politica del governo in altri settori, come il sussidio per l’energia, ma anche dall’aumento generale dei sussidi statali ai comuni e alle regioni”.

Anche l’abolizione della gratuità ai musei rientra nell’ottica di risparmiare risorse. In Svezia, infatti, i musei statali (come il Nationalmuseum di Stoccolma, il Moderna Museet, l’Historiska Museet, il Castello di Skokloster, l’Armeria Reale e molti altri) applicano il modello britannico: sono tutti a ingresso gratuito per tutti, e si paga solo per visitare le mostre temporanee. Per finanziare le gratuità, il governo svedese mette a disposizione dei musei una sovvenzione annuale. Il taglio di questa sovvenzione, che corrisponde a 99 milioni di corone svedesi (circa 9,2 milioni di euro), libera così risorse che il governo destina ad altre voci di spesa (per esempio, ci sarà un investimento speciale di 40 milioni di corone per il 2023, e di 30 per il 2024 e 2025, in sovvenzioni e borse di studio per artisti). Secondo la ministra Liljestrand, l’abolizione della gratuità va in direzione di un miglioramento della qualità dell’offerta dei musei, ed è motivata anche dal fatto che la gratuità totale dell’ingresso, introdotta nel 2016, ha inciso poco sui flussi dei visitatori. La gratuità sarà comunque mantenuta solo per bambini e ragazzi sotto i 19 anni.

Si registrano però anche preoccupazioni: il segretario generale della Svenska Museiförbundet (associazione dei musei svedesi), Gunnar Ardelius, afferma che “molti nel settore sospettano che questo annuncio arrivi perché manca una visione a lungo termine per l’ingresso gratuito. Le riforme vengono introdotte e sospese a seconda della parte politica al governo. Ma questa volta il ritiro viene annunciato rapidamente e creerà problemi a molti musei. È costoso cambiare. I musei devono introdurre nuove barriere all’ingresso, nuovi programmi per i visitatori e devono coprire tali costi da soli. Stiamo ancora ripartendo dopo l’epidemia e ora che la situazione finanziaria sembra peggiorare i musei statali avrebbero bisogno di un raddoppio del sostegno. Invece, questo scompare”.

Secondo Susanna Pettersson, direttrice del Nationalmuseum, “l’abolizione dell’ingresso gratuito”, dice al quotidiano Mitti, “cambierà il modello di visita dei nostri visitatori. C’è stato l’ingresso gratuito alla maggior parte dei musei statali dal 2016 e i visitatori del museo si sono abituati a questo. Il fatto che stiamo andando verso una recessione significa che più persone non possono permettersi di andare ai musei. Tutto questo insieme significa che la nostra valutazione è che la rimozione dell’ingresso gratuito può molto probabilmente portare a un minor numero di persone che visitano i musei”. Vede luci e ombre la direttrice del Moderna Museet, Gitte Ørskou, secondo cui l’abolizione “influirà sull’intera nostra comunicazione e programmazione”: gli svantaggi sono l’impossibilità di programmare le attività con risorse certe (mentre invece quelle derivanti dai flussi economici della bigliettazione sono ovviamente variabili), ma il vantaggio sta nel fatto che l’incertezza sul bilancio spronerà i musei a creare mostre di maggior richiamo per il pubblico, e dunque a lavorare in modo più strategico.

L’ex ministra della cultura Amanda Lind ha aspramente criticato i tagli parlando di un “massacro del bilancio della cultura”, aggiungendo che “il governo non considera la cultura un settore su cui vale la pena investire”. C’è però da aggiungere che nel 2022 la cultura svedese ha avuto il bilancio più alto di sempre, e in parte, come in tanti paesi del mondo, Italia inclusa, gli aumenti sono stati registrati proprio in virtù dei sostegni Covid. Così, se nel 2023 il bilancio sarà di 9,033 miliardi di corone e nel 2022 era di 10,133 miliardi, nel 2021 era stato di 10,016, nel 2020 di 8,523 e nel 2019 di 8,231. Il prossimo anno la cultura svedese, dunque, avrà comunque uno dei bilanci più alti di sempre.

Immagine: il Nationalmuseum di Stoccolma. Foto di Jonas Bergsten

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