Il British Museum di Londra custodisce nei suoi magazzini alcuni frammenti di manufatti che potrebbero appartenere a templi dell’antica Grecia. A compiere la scoperta è stato uno studente italiano, Giuseppe Rignanese, allievo perfezionando della Scuola Normale di Pisa, che nel corso di ricerche sull’archeologia greca e romana ha rilevato frammenti attribuibili a templi greci. Si tratterebbe di reperti architettonici acquisiti dall’architetto Henry William Inwood e da lord Thomas Bruce, conte di Elgin, all’inizio dell’Ottocento.
Questa non è tuttavia l’unica scoperta compiuta da Rignanese: grazie al suo impegno e alle sue ricerche, il dottorando sta realizzando un’edizione aggiornata del catalogo dei manufatti architettonici greci antichi conservati al British Museum.
Il progetto ha preso il via lo scorso febbraio ed è coordinato da Peter Higgs, senior curator del Greek and Roman Department del British Museum.
“È per me un onore potermi cimentare con lo studio di tali manufatti, la cui unica e parziale edizione risale ai cataloghi di A.H. Smith di fine Ottocento. Grazie anche allo studio dell’archivio, sarà possibile fornire un catalogo aggiornato di tali reperti, al fine di ridiscuterne le cronologie, le attribuzioni ai rispettivi monumenti e le provenienze. Gli esemplari da me individuati permetteranno di far luce su alcuni aspetti della storia dell’edilizia ateniese con conseguenti implicazioni sulle conoscenze topografiche della Polis” ha dichiarato Giuseppe Rignanese.
“Abbiamo ritenuto che Giuseppe Rignanese potesse aggiornare il catalogo di Smith in maniera sistematica, viste le sue grandi competenze nella storia dell’architettura antica” ha spiegato Higgs. “Già in passato, ho affidato lo studio di importanti materiali della nostra collezione agli allievi di Gianfranco Adornato, professore del Corso di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana della Scuola Normale, che si sono cimentati con altrettanta bravura. Rignanese ha iniziato la ricerca dai nostri database e depositi ed è riuscito in poco tempo a individuare confronti puntuali in altre collezioni e a risalire alla provenienza o addirittura ai contesti”.
E ha aggiunto: “Sono rimasto estremamente colpito dalla sua ricerca, dalle sue abilità di osservazione e dalla maniera con cui si approccia alle questioni. La sua abilità va oltre la ricerca e va di pari passo con le sue capacità di disegno e interpretazione dei materiali e le sue competenze nella ricostruzione digitale dei frammenti. Tutto questo lavoro avrà un grande impatto nel campo dell’architettura antica ed è degno di pubblicazione. Sosterremo e assisteremo Giuseppe Rignanese in questo progetto in ogni modo possibile”.
Nell’immagine, l’ingresso del British Museum. Ph. Credit Eric Pouhier
Frammenti di templi greci nei magazzini del British Museum. La scoperta di un dottorando italiano |