Si riaccende in Spagna il dibattito sulla corrida. Nei giorni scorsi il ministro spagnolo della transizione ecologica, Teresa Ribera, aveva ribadito in Senato, a seguito di un’interrogazione parlamentare, la propria contrarietà allo spettacolo dei tori, e aveva affermato che non le dispiacerebbe se venisse abolito, aggiungendo tuttavia di parlare a titolo personale, e che si tratta di un argomento che non è di sua competenza, dal momento che è materia del Ministero della Cultura.
Ieri però il ministro della cultura, José Guirao, sempre in Parlamento ha affermato che l’attuale governo non abolirà la corrida. Nel dibattito era intervenuto il predecessore di Guirao (e adesso deputato), Íñigo Méndez de Vigo, che aveva chiesto direttamente a Guirao se fosse o meno d’accordo con l’opinione di Teresa Ribera: la risposta è stata che non è in programma alcuna iniziativa, né da parte del governo né da parte dei gruppi parlamentari, per abolire la corrida.
“La tauromachia”, ha dichiarato Guirao, “è una tradizione e le tradizioni non si proibiscono per decreto”. Ma allo stesso tempo il ministro della cultura ha anche sottolineato che, così come non si può abolire per decreto, non si può neppure imporre per decreto, e che “l’opinione di molti spagnoli favorevoli alla tauromachia è rispettabile esattamente come quella dei contrari alla corrida, che difendono gli animali. Tutti sono spagnoli e tutte le opinioni sono rispettabili”. In Spagna esiste peraltro una legge, la 18 del 2013, che incarica il Ministero della Cultura di garantire la conservazione e la promozione della tauromachia come patrimonio culturale di tutti gli spagnoli“, e tutela ”il diritto di tutti alla sua conoscenza, all’accesso e al libero esercizio nelle sue differenti manifestazioni".
Nella foto: una corrida a Madrid. Ph. Credit
Spagna, il ministro della Cultura: “la corrida è una tradizione. Non la aboliremo” |