È intervenuta la Soprintendenza di Lucca e Massa-Carrara sulla vicenda dell’opera di Giulio Turcato, Le Oceaniche, rimossa dalla sua collocazione in piazza Puccini a Viareggio e, secondo quanto denunciano esponenti politici locali, abbandonata tra erbacce e rifiuti in un deposito comunale. Il sindaco del comune toscano, Giorgio Del Ghingaro, si era difeso dalle accuse affermando che l’opera, donata dal maestro dell’astrattismo alla città di Viareggio nel 1990, è stata spostata in quanto in attesa di restauro, ma a quanti gli hanno fatto presente che un’opera del genere non può esser conservata all’aperto e tra i rifiuti e che la cittadinanza doveva essere informata, il primo cittadino si è limitato a dire che la scultura sarà trasferita in una sede più appropriata e che un intervento di restauro non gli sembrava un fatto “rilevante” al punto da dover informare i suoi concittadini.
La Soprintendenza, con una nota inviata all’Ansa e firmata dalla soprintendente Angela Acordon, ha fatto sapere che “si ritiene utile rassicurare i cittadini” che l’ente “ha preso in considerazione quanto avvenuto e porrà in opera tutte le azioni di competenza”. Inoltre, la Soprintendenza ricorda all’amministrazione di Viareggio che l’opera di Turcato, “in quanto collocata su una piazza di interesse storico e culturale ai sensi dell’art. 10, comma 4, lettera g) del Decreto legislativo 42/2004 (Codice dei Bei culturali e del paesaggio), per di più soggetta a vincolo paesaggistico”, e “pur non essendo soggetta a un vincolo diretto”, ricade “nel dettato dell’art.149 del suddetto Codice dei Beni culturali in quanto qualsiasi intervento che preveda anche temporaneamente l’alterazione dello stato dei luoghi, ossia della piazza, deve essere autorizzato da Soprintendenza, che ha già avviato un dialogo con l’Amministrazione Comunale per garantire la corretta conservazione dell’opera in vista della sua ricollocazione in piazza Puccini”.
Nell’immagine: Le Oceaniche di Giulio Turcato.
Opera di Turcato tra i cassonetti a Viareggio, interviene la Soprintendenza: “garantire la corretta conservazione” |