Si riaccende la polemica sui concerti al Teatro Greco di Siracusa a seguito dell’annuncio del programma degli spettacoli per il 2023. La Regione Siciliana ha infatti autorizzato alcuni concerti per quest’estate: oltre alle rappresentazioni teatrali, dunque, si esibiranno sul palcoscenico del teatro artisti come Zucchero (tre date a fine luglio), i Negramaro (tre date anche per loro), Antonello Venditti, Massimo Ranieri. La discussione è cominciata sulle pagine del Fatto Quotidiano, dove Antonello Mamo, direttore del Parco Archeologico della Neapolis (al cui interno si trova il parco), ha dichiarato che “a differenza di tutti gli altri siti o location utilizzati in Italia per concerti, il teatro greco di Siracusa è una scultura scavata nel V secolo sulla roccia del colle Temenite. Un monumento che ha 2500 anni. La roccia di cui è composto ha problemi di erosione ed fratturazione, che lo consumano e ne riducono la forma”. Gli ha fatto eco Lorenzo Lazzarini, ordinario di petrografia applicata all’Università di Venezia: “È scavato in una pietra tenera, molto porosa, con caratteristiche fisico-meccaniche deboli, che non conosciamo sufficientemente bene. Manca uno studio sulla portata massima della struttura, non sappiamo quanto carico può supportare il teatro con le macchine e attrezzature sceniche. C’è il rischio che alcune parti si possano fratturare o spezzare”.
Italia Nostra non ha perso l’occasione per rinverdire la polemica, su cui era già intervenuta la primavera scorsa. “Il Teatro greco di Siracusa, emblema planetario della Città e segno della sua grecità, presenta il conto del tempo. Ma c’è chi non se cura. Il vulnus del Monumento, secondo archeologi, storici, petrografi, è l’alveolatura della roccia: in essa ristagna l’acqua piovana che, lentamente ma inesorabilmente, intacca il calcare; inoltre, tra alveoli e fessurazioni si insedia una rigogliosa vegetazione spontanea”: così scrivono in una nota la presidente nazionale di Italia Nostra, Antonella Caroli, la presidente di Italia Nostra Siracusa, Liliana Gissara, e Leandro Janni di Italia Nostra Sicilia. “Tuttavia, mentre gli specialisti (archeologi, storici, petrografi) esprimono preoccupazione e sollecitano interventi di restauro conservativo e di più puntuale manutenzione, gli amministratori pensano solo a quanti concerti pop-rock potervi ospitare”.
Italia Nostra riporta anche il pensiero del Soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Siracusa, l’architetto Salvatore Martinez, secondo il quale “Il Teatro non si presta alla gente che balla sulle tavole”. Di diverso avviso è l’assessore alla cultura di Siracusa, che sostiene che i moderni allestimenti teatrali delle rappresentazioni si servono di amplificazione sonora. Allestimenti che, comunque, ad avviso di Italia Nostra, “andrebbero ricondotti alla peculiarità del Teatro: la sua mirabile, perfetta acustica che consente l’ascolto senza artifici anche dalle ultime gradinate. Le persone avanti negli anni ricordiamo bene la straordinaria magia della voce degli attori che si levava chiara e forte nel silenzio perfetto che calava nel Teatro al loro ingresso in scena”.
C’è poi forse anche un problema di incompatibilità culturale, almeno a giudicare da un passaggio della nota di Italia Nostra in cui si afferma che “un luogo che è testimonianza delle più alte vette culturali che l’Antichità ha espresso in Occidente non è certo il più congruo ad ospitare i concerti pop-rock, tanto cari all’Amministrazione”. Concerti che, proprio per il forte impatto antropico, “vengono usualmente allocati in stadi e grandi piazze”, continua Italia Nostra. “Purtroppo, la valutazione storico-archeologica sta in capo ad organi politici, piuttosto che tecnici. In tal modo, eventi ed indotto valgono per quanto rendono alla Città. L’usura e i rischi strutturali del Teatro passano in seconda linea”.
Di conseguenza, il sodalizio chiede che i concerti previsti per il 2023 al Teatro Greco siano spostati in un’altra sede, “sia per l’incongruità storico-culturale, sia per l’impatto antropico, sia per liberare le gradinate al termine delle Rappresentazioni Classiche, consentendo in tal modo ai visitatori di godere del Teatro nella sua magnificenza ed alla pietra di ‘respirare’, come sostengono gli esperti di petrografia”. Occorre, conclude Italia Nostra, “un ripensamento sull’utilizzo improprio del principale Monumento della città, tra i più conosciuti al mondo, patrimonio di tutti. Non è possibile che un così ragguardevole retaggio del passato diventi palcoscenico sistematico dei big del pop-rock, alla ricerca di sempre nuove e prestigiose allocazioni per le loro esibizioni, finalizzate ad accrescere il loro richiamo e i loro profitti. Il Patrimonio archeologico appartiene a tutti e va tutelato in nome delle future generazioni. La sua fruizione deve essere la più congrua ed attenta possibile; in nessun caso può essere altro”.
Siracusa, si riaccende la polemica sui concerti al Teatro Greco: il no di Italia Nostra |