L’idea ha cominciato a circolare a Siena lo scorso anno, ma il Comune adesso sta passando ai fatti: l’obiettivo è quello di ricostruire temporaneamente il Duomo Nuovo, l’ampliamento della Cattedrale che fu approvato nel 1339 e che avrebbe fatto nascere un enorme edificio di culto, ma la cui costruzione, diretta prima dall’orafo e ingegnere Lando di Pietro, poi dallo scultore Giovanni d’Agostino, si interruppe dopo la peste del 1348 a causa della forte crisi economica che aveva colpito la città a seguito dell’evento. Oggi, del Duomo Nuovo rimangono solo le parti che furono completate prima dell’interruzione dei lavori: il prolungamento del lato est e il cosiddetto “facciatone”, capolavoro dell’architettura gotica senese oggi diventato gettonatissimo punto panoramico. Naturalmente non si tratterebbe di una ricostruzione in senso stretto dell’edificio: l’idea del sindaco Luigi De Mossi è quella di affidare il lavoro a Edoardo Tresoldi, artista milanese classe 1987, che con i suoi lavori in rete metallica ha virtualmente ricostruito diversi edifici (celeberrima in tal senso è la sua Basilica di Siponto). E lo stesso potrebbe accadere a Siena.
Lo scorso 26 luglio la giunta comunale di Siena si è riunita per deliberare un approfondimento tecnico per l’installazione dell’eventuale opera in piazza della Quercia: non si tratta di un progetto elaborato ex novo, dal momento che, come anticipato, l’idea risale al marzo 2021, quando l’amministrazione comunale ha pensato a Edoardo Tresoldi per far realizzare “un’opera artistica da collocare presumibilmente in piazza Jacopo della Quercia” (così nella delibera dello scorso anno), per rilanciare la città dopo la pandemia di Covid-19. Il Comune aveva deliberato la somma di 10.000 euro più iva per far realizzare il modellino dell’opera a Tresoldi, e adesso, con la delibera di giunta del 27 luglio, l’amministrazione comunale ha dato il via libera alla progettazione esecutiva. Il Comune spenderà 150mila euro per la progettazione e per i test ingegneristici, ma l’operazione avrà un costo di circa 2 milioni di euro che dovrebbero essere finanziati da sponsor privati.
La realizzazione dell’opera, che secondo il Comune dovrà essere pronta entro il 1° marzo 2023, naturalmente è subordinata alle verifiche di compatibilità architettonica nel contesto di piazza Jacopo della Quercia, anche se è già stato rilevato che l’installazione non recherà “pregiudizio alcuno all’integrità del patrimonio e può, nel contempo, rappresentare un efficace veicolo di valorizzazione del centro storico, oltre che di sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti dell’arte contemporanea” (così nella delibera). Tresoldi, si legge nella delibera, ha già fatto sapere di “essere disponibile all’avanzamento dell’iter progettuale dell’opera d’arte”.
Per adesso comunque non si tratta di un via libera ai lavori, ha spiegato il sindaco De Mossi: l’installazione rimane per il momento allo stato di “ipotesi”, per la quale occorre chiarire le effettive condizioni di fattibilità. “Voglio chiarire l’intento che mi ha mosso, quello di proporre al territorio un’operazione innovativa e coraggiosa, di grande respiro”, ha detto il primo cittadino al quotidiano La Nazione. “Non un’azione artistica fine a sé stessa, ma un’iniziativa capace di far parlare di sé in Italia e fuori, e di attivare nuovi circuiti di turismo culturale anche in periodi normalmente meno vivaci per Siena. Tuttavia, al momento, si tratta solo di un embrione di progetto. La giunta con il suo atto ha creato le condizioni perché si possa passare alla fase di progettazione esecutiva: ma questo avverrà solo ed esclusivamente se prima saremo in grado di assicurare sponsorizzazioni private esterne, cosa su cui stiamo lavorando proprio in queste settimane. Penso in particolare a sponsorizzazioni di livello nazionale, che potrebbero essere interessate a convergere sul territorio per un’operazione di così alto profilo e che altrimenti non saremmo mai in grado di intercettare. Sono il primo a pensare che la priorità, in questa fase storica, vada data alle risposte alla crisi economica, alle difficoltà del post-pandemia, agli effetti della guerra. Le famiglie hanno bisogno di aiuto, ed è su questo che ci concentreremo nel prossimo bilancio. Se però fossimo capaci di reperire da sponsor esterni tutte le risorse necessarie, allora un’operazione come questa potrebbe diventare motore di promozione, sviluppo economico, lavoro”.
Insomma, avanti ma con cautela, sembra dire il sindaco: l’opera di Tresoldi ci sarà se si troveranno le risorse. Intanto però l’idea sta creando polemiche. Molti i punti su cui si discute: l’aspetto economico (ovvero l’impegno del Comune a spendere 150mila euro nonostante manchi la certezza delle risorse da privati), l’opportunità di spendere così tanto per un’installazione temporanea, l’arbitrarietà della ricostruzione dal momento che non sappiamo per certo come doveva essere il Duomo Nuovo, lo scarso coinvolgimento dei cittadini e degli operatori culturali del territorio.
Dal circolo Sena Civitas arriva un secco “no grazie”: “pur non essendo contrari alla integrazione di arte contemporanea in contesti fortemente storici come Siena”, spiega il circolo, “crediamo che l’inserimento di tali opere debba avere un senso complessivo di valorizzazione e arredo per la nostra città. Essere, pertanto, frutto di un progetto articolato ed innovativo che vada a toccare l’urbanistica della città con la creazione di percorsi nuovi e con la valorizzazione di luoghi oggi ’dispersi’. Una ’doppia’ Siena, dove il contemporaneo si colloca accanto, in perfetta integrazione, al suo fascino storico. Quindi una visione totalmente nuova e ampliata”. Sena Civitas sottolinea anche che un progetto come questo “non può prescindere da un coinvolgimento della città e delle sue forze culturali”, e che quanto proposto dalla giunta non terrebbe conto di queste dinamiche, in quanto appare estemporaneo e “slegato da una visione di fondo che deve essere ampia e partecipativa”. Insomma, per Sena Civitas si tratta di “fare tanto per fare”. Critiche anche sul capitolo economico: “crediamo che vada completamente ribaltata la logica del finanziamento. Prima la certezza di sponsor esterni, poi la partenza del progetto. Spendere € 150.000 di soldi pubblici per una ’suggestione’, come detto dal sindaco nell’intervista di oggi, ci sembra, visto il periodo storico che stiamo vivendo, un atto di assoluta irresponsabilità”.
Il gruppo consiliare del Pd senese, composto da Alessandro Masi, Luca Micheli, Giulia Periccioli e Bruno Valentini, martedì scorso ha anche presentato una interrogazione urgente: “Le notizie stampa”, si legge nell’interrogazione, “stanno sollevando confusione e malumore in città, dove famiglie e imprese fanno i conti con la crisi economica e non comprendono la spesa di questa iniziativa, oltre ai dubbi sulla compatibilità con il delicato contesto in cui è immaginata”. Il Pd chiede dunque al sindaco “se non si ritiene eccessivo un costo di due milioni per un’installazione a carattere temporaneo; se vi è ragionevole certezza di reperire le risorse finanziarie che mancano e senza le quali i 162mila euro già impegnati sembrerebbero solo uno spreco ingiustificato, al limite del danno erariale, e comunque se tale eventuale spesa trova un riscontro nel bilancio pluriennale dell’Ente; se è vero che l’obiettivo è quello di realizzare un modello alto alcune decine di metri del Duomo Nuovo del quale autorevoli studiosi dicono non esistere il progetto originale e, quindi, senza poter rispettare alcuna ricostruzione credibile, bensì solo immaginata dall’artista”.
Data l’assenza del sindaco, al Pd ha risposto l’assessore alla cultura Pasquale Colella, che ha voluto tranquillizzare soprattutto sull’aspetto economico: “Dalla verifica fatta con gli uffici preposti”, ha detto, “posso riportare che, al momento, si tratta solo di un embrione di progetto. La Giunta con il suo atto ha dato indirizzo per gli opportuni approfondimenti tecnici, in primis sulla sostenibilità economica e poi sulla progettazione esecutiva che avverrà solo ed esclusivamente se saremo in grado di assicurare sponsorizzazioni private esterne, in particolare a livello nazionale che potrebbero essere interessate a convergere sul territorio per un’operazione di questa natura e che altrimenti non saremmo mai in grado di intercettare”. L’impegno di spesa per la progettazione, ha ulteriormente specificato l’assessore, “sarà preso esclusivamente se ci saranno risorse esterne per la copertura dell’intero costo. A oggi nessuna obbligazione giuridicamente vincolante risulta assunta da questa amministrazione”. Per adesso dunque il progetto rimane sulla carta, ma non è detto che se arriveranno le risorse da sponsor esterni non si possa veder ricostruito il Duomo Nuovo in rete metallica.
Nell’immagine, il facciatone del Duomo Nuovo. Foto Opera del Duomo di Siena
A Siena è polemica per la ricostruzione temporanea del Duomo Nuovo, opera di Tresoldi |