Secondo Sgarbi c'è una svolta sui Modigliani dichiarati falsi. Ma nessuno ne sa niente


Sgarbi ha rilasciato una notizia riservata che annuncia una svolta sul caso Modigliani di Genova. Ma nessuno ne sa niente.

È comparso ieri, sulle colonne de Il Giornale, un articolo firmato da Vittorio Sgarbi in cui veniva riportata la notizia di una clamorosa svolta nel caso dei Modigliani, esposti alla mostra dello scorso anno tenutasi presso il Palazzo Ducale di Genova, che sono stati dichiarati falsi a seguito di una perizia giudiziaria. Nel pezzo si legge quanto segue: “Il giudice federale di Houston, Greg Abbott, ricevuta la notitia criminis dei supposti falsi Modigliani di Genova dal collezionista e mercante d’arte Joseph Gutmann (notizia riservata), ha ricusato le perizie di esperti giudicati senza competenza specifica come Maria Stella Margozzi e Isabella Quattrocchi. [...] Il giudice, rilevando l’insensatezza del riferimento alle cornici, ha nominato alcuni veri esperti d’arte fra i quali Nicolas Andrei Serota, già direttore di Tate Gallery, Glan D. Lowry, Michael Govan e Giovanni Papi, i quali hanno unanimemente ritenuto autentici ed autografi tutti i dipinti esposti nella mostra di Palazzo Ducale a Genova. Il confronto con il curatore Rudy Chiappini e con Simone Todorov ha portato altri elementi relativi alla provenienza dei dipinti di Modigliani e, in un caso, alla notifica di interesse culturale da parte dello Stato italiano, in elenchi risalenti al 1920. Per questo il giudice americano ha emesso un provvedimento per richiamare la magistratura italiana a principi di correttezza, riabilitando i dipinti sui quali, in Italia, non si è pronunciato nessun vero esperto. Il provvedimento americano vanifica, sul piano internazionale, l’inchiesta della procura di Genova”.

Risultano però diversi punti oscuri nell’articolo di Sgarbi. Intanto, non esiste alcun giudice di Houston con il nome menzionato dal noto critico ferrarese: Greg Abbott è, in realtà, il governatore del Texas. Inoltre, tutti i nomi degli esperti che sarebbero stati chiamati a esprimersi sono scritti con errori d’ortografia (eccezion fatta per quello di Michael Govan): si citano Nicholas Andrew Serota e Glenn D. Lowry, oltre a un fantomatico “Giovanni Papi” che potrebbe forse essere Gianni Papi (che comunque è un seicentista). Quanto al contenuto dell’articolo e alla notizia riportata da Sgarbi, stando a quanto riportato stamani da Repubblica, la procura di Genova ha dichiarato che “non è arrivato alcun provvedimento dagli USA”.

La nostra redazione si è inoltre messa in contatto con alcuni dei soggetti citati nell’articolo. Il MoMA di New York, diretto da Glenn D. Lowry, ci ha risposto affermando con chiarezza che a loro non risulta alcun coinvolgimento del direttore Lowry nella vicenda. Stessa risposta dall’Arts Council of England, l’ente presieduto da Nicholas Serota: anche lui, stando a quanto ci riporta l’ufficio stampa, non è stato coinvolto. L’ufficio stampa di Palazzo Ducale a Genova, che ha ospitato la mostra, ci ha detto di non avere alcuna informazione in merito. Siamo in attesa di conoscere la risposta del LACMA di Los Angeles (il museo diretto da Michael Govan) e dell’ufficio stampa di Skira (il soggetto che ha organizzato la mostra). Infine, Il Secolo XIX riporta che neppure il pool di legali che assiste i proprietari dei Modigliani sospettati d’essere falsi è al corrente di questo provvedimento americano che al momento, a quanto pare, sembra sia noto soltanto a Sgarbi.

Secondo Sgarbi c'è una svolta sui Modigliani dichiarati falsi. Ma nessuno ne sa niente
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