Il grande fotografo brasiliano Sebastião Salgado (Aimorés, 1944), uno dei più importanti fotoreporter contemporanei (e protagonista di numerose mostre, la più recente delle quali alla Mole Vanvitelliana di Ancona) esprime la sua preoccupazione per l’elezione di Jair Bolsonaro come presidente del Brasile. “Credo che il Brasile sia impazzito”, ha dichiarato quest’oggi Salgado, da tempo residente a Parigi, ai microfoni dell’agenzia France Inter. “È non è una cosa che è accaduta da un giorno all’altro, ma è il risultato di diversi anni. È una situazione che risale alle destituzione della presidentessa Dilma Rousseff. Praticamente un colpo di stato, dal momento che era stata eletta democraticamente”.
Salgado fa riferimento a quanto accadde nel paese nel 2016, quando Dilma Rousseff fu messa in stato di impeachment nel mese di maggio e quindi destituita definitivamente con voto del Senato il 31 agosto, dopo le accuse di manipolazioni sul bilancio dello Stato per favorire la sua rielezione. “Una destituzione”, ha sottolineato Salgado, “per mettere al suo posto una componente completamente corrotta. È in quel momento che si è perso il controllo del paese. Ed è diventato molto duro, molto violento. Ed è stato messo in prigione chi avrebbe potuto vincere le elezioni al primo turno: Lula, che è stato incarcerato senza prove. Lo si potrebbe definire un prigioniero politico”. Lula è stato infatti condannato a dodici anni di detenzione per corruzione, e non ha potuto concorrere alle elezioni. Eppure, conclude Salgado, “il governo di Lula non è stato puro, c’era molta corruzione. Per governare, hanno acquistato appoggi politici. E questa situazione si è ritorta contro le forze democratiche”. Queste, a suo dire, le ragioni della vittoria di Jair Bolsonaro lo scorso 28 ottobre.
“Il Brasile è impazzito”. La preoccupazione del grande fotografo Sebastião Salgado dopo l'elezione di Bolsonaro |