Quasi 500 opere attribuite a Edoarda Emilia Maino, pittrice che aveva contribuito ai movimenti dell’avanguardia artistica milanese degli anni cinquanta con lo pseudonimo di Dadamaino, si sono rivelati falsi. L’indagine è partita dall’ottobre del 2014, quando un esperto d’arte aveva notato la presenza sul mercato di un numero spropositato di Volumi della Dadamaino, tele monocromatiche bianche o nere perforate da buchi ellittici, realizzati da Dadamaino tra il 1958 e il 1960.
In seguito alla denuncia, il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza avrebbe sequestrato 90 opere durante ben 31 perquisizioni nelle provincie di Asti, Bergamo, Brescia, Firenze, La Spezia, Lodi, Mantova, Matera, Milano, Modena, Monza e Brianza, Pisa, Roma e Varese.
Da ulteriori indagini è emerso che molti altri falsi attribuiti a Dadamaino sono stati acquistati ed esposti a Parigi, Londra e New York, tutti venduti tra i 20mila e i 60mila euro, per un giro d’affari complessivo che supera i 20milioni di euro. Sono 462 le opere false archiviate e poi immesse sul mercato dai titolari di una galleria d’arte della provincia di Milano, mentre il numero degli indagati è di 12 persone, tre dei quali sono addirittura componenti dell’archivio dell’artista, incluso l’allora direttore artistico, un critico d’arte a livello internazionale, che fornivano la determinante certificazione d’autenticità delle opere false.
Purtroppo non è ancora stato individuato l’autore dei falsi, ma le indagini continuano.
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Scovati dipinti falsi attribuiti a Dadamaino |