In Giordania, uno scavo archeologico del ministero giordano delle antichità condotto dal CNRS (Centre National dela Recherche Scientifique, la principale organizzazione di ricerca della Francia) ha portato alla scoperta di un’antica tomba romana nei pressi del villaggio di Bayt Ras. La sepoltura, di 52 metri quadri, faceva parte di una necropoli collocata nei pressi dell’antica città di Capitolias, fondata nel primo secolo dopo Cristo. Si tratta di una tomba composta da due camere funerarie che contiene un sarcofago in “eccellente stato di conservazione”, dichiara il ricercatore Julien Aliquot del CNRS, e le sue pareti sono tutte coperte con pitture murali con un altissimo numero di figure (260, tra divinità, mortali e animali). Si tratta di pitture che compongono una narrazione che culmina al centro, spiega Aliquot, con un “sacrificio offerto da un officiante agli dèi tutelari di Capitolias e Caesarea Maritima, la capitale della Giudea”.
I dipinti hanno forti caratteri di originalità. Sulla parete principale della tomba sono raffigurati, a sinistra rispetto all’ingresso, gli dèi che banchettano e mangiano piatti che vengono loro offerti dagli esseri umani, raffigurati in scala ridotta rispetto a loro. Sempre sulla stessa parete si trova anche la raffigurazione di un paesaggio di campagna con contadini che lavorano, e vicino si trova la raffigurazione di alcuni boscaioli al lavoro mentre tagliano legna con l’aiuto delle divinità. Sulla parte destra si trova invece la raffigurazione della costruzione di una fortezza. Secondo gli esperti, la narrazione potrebbe, nel suo complesso, raffigurare la stessa fondazione della città di Capitolias: la consultazione con gli dèi prima della fondazione, la raccolta del materiale, la costruzione dei bastioni e il ringraziamento agli dèi. “Stando alla nostra interpretazione”, dichiara Pierre-Louis Gatier, uno degli archeologi coinvolti nello scavo, “ci sono buone possibilità che il personaggio sepolto nella tomba sia stato rappresentato nella scena centrale, quella con l’offerta agli dèi, e quindi si trattava probabilmente del fondatore della città. Il suo nome non è stato ancora identificato, anche se poteva essere inciso sull’architrave della porta d’ingresso, che non è ancora stato pulito”.
Ma la tomba desta interesse anche perché vicino ad alcune figure, come quelle dei boscaioli, compaiono alcune scritte in caratteri greci (ma in lingua aramaica), utilizzate come fumetto. Spiega il ricercatore Jean-Baptiste Yon: “la combinazione di due idiomi, il greco e l’aramaico, è estremamente rara, e aiuterà a identificare meglio la struttura e l’evoluzione dell’aramaico. Le iscrizioni sono davvero simili ai moderni fumetti, descrivono le attività dei personaggi, che offrono spiegazioni di quello che stanno facendo”. Vicino alla rappresentazione di due tagliapietre, uno dice “Io sto tagliando (le pietre)”, e l’altro gli risponde: “Ahimé Sono morto!”. Si tratta di una testimonianza “straordinaria”, sottolinea Yon.
La tomba sarà adesso studiata nei dettagli, oltre che tutelata, da un consorzio internazionale di esperti creato dal Ministero per le Antichità della Giordania. Al consorzio partecipano anche due istituti italiani: l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). I risultati della ricerca saranno presentati in un convegno internazionale a Firenze nel gennaio del 2019.
Immagine: uno dei “fumetti” scoperti nella tomba romana in Giordania. Credit Julien ALIQUOT/ HiSoMA 2018
Straordinaria scoperta in Giordania, una tomba romana completamente dipinta a... fumetti greco-aramaici |