Nei giorni scorsi la Cupola, opera dell’architetto Dante Bini, realizzata nei primi anni Settanta per il regista Michelangelo Antonioni che si trova in Sardegna, immersa nel paesaggio della Costa Paradiso, è stata vandalizzata. La vetrata curva e una parte della parete esterna dell’architettura sono state verniciate con lo spray. Il festival di architettura Abitare la Vacanza ha informato la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Sassari e Nuoro del grave episodio, lesivo del patrimonio architettonico moderno. Il festival ha posto al centro del programma la valorizzazione delle architetture nei tre siti (Colletta di Castelbianco in Liguria, Baratti in Toscana, Costa Paradiso in Sardegna) comprese quelle opere come l’architettura sperimentale di Bini.
Dal 2015 la Cupola, come è chiamata nel gergo comune, è stata sottoposta alla Dichiarazione di Interesse culturale ai sensi del D. Lgs. N. 42/04 e s.m.i., art. 10, comma 3, lettera de artt.13 e 14, nel 2015 che recita: scopo di questa dichiarazione è la tutela del bene e la sua salvaguardia da trasformazioni e usi impropri. Eventuali modifiche dovranno avere il carattere della reversibilità e/o aggiungersi all’architettura esistente senza alterare il suo linguaggio e ìl carattere peculiare che gli è proprio.
“La cupola è un’opera unica”, ha affermato Carlo Dusi, tra i massimi esperti di Dante Bini, “risultato di una congiuntura irripetibile tra la sensibilità artistica di Antonioni e l’innovativa ricerca architettonica di Dante Bini in un luogo eccezionale. Condensa quanto di più autentico l’effervescente cultura degli anni 70 stava elaborando. È Architettura, monumento. La sua perdita non è ammissibile”.
Lo stato di avanzato degrado in cui versa l’opera pare evidenziare che non siano state attuate le misure necessarie alla tutela dell’immobile che è un bene di straordinaria importanza proprio per le caratteristiche tecnico-costruttive, costituendo un unicum nel panorama dell’architettura del Novecento.
Il progetto della Cupola nasce nel 1964 quando il regista è in Sardegna, dove incontra un imprenditore che sta acquistando terreni sul mare per costruire un villaggio turistico. Antonioni scopre così il luogo che oggi è denominato Costa Paradiso e lo sceglie per costruire la sua casa per l’estate. Nel 1968 la sua compagna Monica Vitti conosce un architetto che le parla del progetto Binishell: una cupola compiuta in un’unica colata di cemento gonfiata e sollevata grazie a una camera d’aria. Vitti rimane talmente affascinata da questo progetto che ne parla con Antonioni, il quale affida a Bini il progetto della casa in Sardegna. La Cupola di Antonioni diventa un pezzo di storia dell’isola: nel 2014 l’architetto Rem Koolhaas, curatore della XIV Biennale di Architettura di Venezia, la definisce “una delle architetture migliori degli ultimi cento anni”.
Il festival Abitare la Vacanza afferma di aver coinvolto le istituzioni per la salvaguardia e la valorizzazione dell’architettura moderna, favorendo i dialoghi tra Soprintendenza e attori locali. E crede che occorra cambiare rotta, affinché la Cupola di Antonioni venga riconosciuta come bene culturale anche dalla comunità. In questo senso invita la Comunità del Territorio di Costa Paradiso e il Comune di Trinità d’Agultu a farsi promotori, affinché dal territorio possa partire un processo di conservazione e valorizzazione della Cupola.
Vandalizzata la Cupola di Michelangelo Antonioni |