Sarà restaurato Palazzo Chigi-Albani, gioiello rinascimentale della Tuscia


Presentato il progetto di restauro di Palazzo Chigi-Albani a Soriano nel Cimino, gioiello rinascimentale della Tuscia che verrà dunque restituito alla comunità.

Il 1° giugno scorso è stato illustrato il progetto di recupero, restauro e valorizzazione di Palazzo Chigi-Albani, gioiello rinascimentale che si trova a Soriano nel Cimino (Viterbo), alla presenza delle istituzioni. Per la Soprintendenza, sono intervenuti l’architetto Yuri Strozzieri, l’architetto Giuseppe Borzillo e la soprintendente, architetto Margherita Eichberg. Questo progetto ha ricevuto un finanziamento di 5 milioni di euro dal Ministero della Cultura (MIC) nell’ambito dei “Grandi Progetti Beni Culturali”, oltre a un precedente contributo di 1.523.000 euro nel 2021 per interventi di miglioramento sismico, consolidamento e restauro delle facciate, coperture, solai e soffitti lignei.

Palazzo Chigi-Albani, noto anche come “Villa Papacqua”, è uno dei complessi architettonici più importanti della Tuscia e rappresenta un esempio significativo di dimora storica del Lazio. Questo edificio, costruito nel Rinascimento, è stato proprietà di influenti famiglie nobili e conserva un vincolo monumentale dal 1922, notificato al principe Ludovico Chigi Albani della Rovere il 13 giugno di quell’anno. Il restauro è un intervento fondamentale per restituirlo alla comunità di Soriano, sia per il suo valore culturale sia per il potenziale turistico che rappresenta.

Dal 1970, numerosi interventi hanno cercato di riportare il Palazzo al suo stato originale, tra questi il restauro del portale d’ingresso e delle fontane. Nel 2019, sono stati effettuati lavori di messa in sicurezza del prospetto nord. I recenti lavori comprendono il rilievo architettonico e le prime indagini conoscitive.

Palazzo Chigi-Albani ha conosciuto diverse fasi costruttive. Il primo sviluppo del Palazzo avvenne nel Cinquecento, grazie al cardinale Cristoforo Madruzzo, che acquistò i feudi di Soriano, Gallese e Bassano in Teverina nel 1560. La costruzione del primo blocco dell’edificio, commissionato dal cardinale (il progetto è stato attribuito a uno dei più grandi architetti del tempo, Jacopo Barozzi detto il Vignola, mentre nel 1989 lo studioso Fabiano Fagliari Zeni Buchicchio lo ha assegnato all’architetto Ottaviano Schiratti da Perugia), avvenne tra il 1564 e il 1572, comprendendo anche la prestigiosa Fonte di Papacqua, costituita da diverse fontane: la fontana della Satiressa, la fontana di Mosè, il fontanile a cannelle con quindici mascheroni e la grotta-ninfeo con la fontana rustica in stile rocaille.

Dopo il matrimonio tra Fortunato Madruzzo e Margherita Altemps, i feudi passarono agli Altemps: fu Roberto Altemps, duca di Gallese e marchese di Soriano, a vendere il feudo e Villa Papacqua ai fratelli Annibale, Carlo e Alessandro Albani, nipoti di papa Clemente XI. Un secondo sviluppo significativo avvenne proprio nel Settecento, sotto il cardinale Annibale Albani, con ampliamenti e nuove costruzioni, come la sopraelevazione del casino e la realizzazione di giardini pensili. Il primo ampliamento significativo risale al 1715-1716. Con la morte del principe Filippo Giacomo Albani, il feudo fu ereditato dai Chigi nel 1852. Nel 1917, il principe Ludovico Chigi commissionò un restauro radicale del Palazzo. Nel 2004, il complesso fu acquistato dalla Provincia di Viterbo e dal Comune di Soriano nel Cimino.

L’obiettivo del restauro è recuperare e restituire il Palazzo alla comunità, tutelando e valorizzando la sua storia e identità, e migliorandone la fruibilità e accessibilità per il pubblico. Questo intervento è visto come un investimento per il futuro, con un potenziale impatto positivo sul turismo culturale e sull’economia locale.

Immagine: Soriano nel Cimino, Palazzo Chigi-Albani

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Sarà restaurato Palazzo Chigi-Albani, gioiello rinascimentale della Tuscia


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