Salvo dal parco fotovoltaico il sito archeologico di Aquileia: il no del Ministero della Cultura


In una nota, il Ministero della Cultura fa sapere oggi che si oppone alla richiesta di costruzione dell’impianto di produzione di energia elettrica solare nel Comune di Aquileia, a ridosso del sito archeologico. 

Si erano recentemente sollevate proteste contro un progetto fotovoltaico che avrebbe potuto compromettere il patrimonio archeologico e paesaggistico di Aquileia. L’impianto, progettato per essere realizzato nella località San Zili-Casa Bianca, si sarebbe esteso su una superficie di 210.000 metri quadrati con una potenza nominale di 9.989 kWp e una durata stimata di 30-35 anni. Un cavidotto interrato di quasi sei chilometri avrebbe collegato l’impianto alla cabina primaria di Belvedere, attraversando anche il centro abitato. I terreni coinvolti nel progetto, come aveva sottolineato Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione Aquileia, e come aveva ribadito la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, includono importanti testimonianze archeologiche.

La Soprintendenza e il Comune di Aquileia avevano dunque espresso, nel corso della Conferenza di servizi coordinata dalla Regione Friuli Venezia Giulia, un parere contrario al progetto; anche la Fondazione Aquileia, coinvolta in quanto custode del sito, aveva ribadito la propria posizione contraria, ricordando che il Consiglio di Amministrazione nell’aprile 2024 aveva approvato un Piano di gestione che proponeva l’ampliamento della zona cuscinetto del sito UNESCO. Il progetto dell’impianto fotovoltaico era in corso di valutazione presso il Ministero della Cultura.

In una nota, il Ministero della Cultura fa sapere oggi che si oppone alla richiesta di costruzione dell’impianto di produzione di energia elettrica solare previsto nel Comune di Aquileia. In particolare secondo il parere della Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, elaborato sulla base di quanto evidenziato della Soprintendenza ABAP del Friuli Venezia Giulia, “l’ambito di intervento dove dovrebbe sorgere l’impianto fotovoltaico insiste su un’area agricola ad elevatissimo rischio archeologico, a ridosso di un contesto ricco di elementi di interesse tutelati sotto il profilo culturale e paesaggistico a partire dal campanile della Basilica Patriarcale in prossimità del sito UNESCO ‘Area archeologica di Aquileia e Basilica patriarcale’, coinvolgendo parzialmente anche la buffer zone a protezione del sito”.

L’area archeologica di Aquileia e la Basilica patriarcale sono un sito inserito nella lista del patrimonio Mondiale dell’UNESCO fin dal 1998. La dichiarazione di importanza, adottata ufficialmente a ottobre 2016, spiega perché il sito UNESCO di Aquileia è ritenuto di un valore universale eccezionale sul piano storico e scientifico. Questo aspetto ne giustifica perciò la protezione permanente a carico della comunità internazionale nel suo insieme.

“Concreto – si legge nel parere della Soprintendenza – il rischio che il sorgere di un impianto di tale portata possa portare all’inserimento del sito di Aquileia nella lista dei patrimoni dell’umanità in pericolo, elemento in grado di compromettere lo sviluppo futuro dell’area e del suo indotto”.

Foto di Gianluca Baronchelli

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