A nulla sono valse le richieste di Italia Nostra, che aveva inviato una lettera al Ministero dei Beni Culturali, gli appelli degli intellettuali e finanche gli attacchi di Vittorio Sgarbi al sindaco di Roma, Virginia Raggi: ieri è cominciata a Roma la demolizione del villino nel quartiere Coppedè a Roma. Il villino, che presentava elementi decorativi tipici dell’architettura degli anni Trenta, appartenne un tempo a una congregazione religiosa. “La demolizione dell’edificio”, si legge nel comunicato inviato da Italia Nostra, “avrà l’effetto di alterare irreversibilmente la visione e la percezione unitaria e di insieme del contesto nel quale l’immobile è collocato, contesto di indiscutibile pregio storico e architettonico”.
Da ricerche effettuate negli archivi erano stati ritrovati i progetti originari dell’edificio, databile al 1929-1931 (mentre è degli anni Cinquanta la sopraelevazione). Per il villino, situato in via Ticino, era stata presentata un’istanza di verifica d’interesse culturale alla soprintendenza, nel 2014, poi rigettata, stando a quanto dichiarato a Repubblica da Oreste Rutigliano, presidente di Italia Nostra (tuttavia forse tre anni fa non si conoscevano i progetti di demolizione). Al suo posto, dopo la demolizione, sorgerà un nuovo edificio. Che probabilmente, dicono gli esperti intervenuti, striderà con il contesto in cui si troverà. Italia Nostra presenterà un esposto in Procura.
Nell’immagine: il villino degli anni Trenta in corso di demolizione. Foto da Google Street View.
Roma, via alla demolizione del villino storico: cadono nel vuoto gli appelli |