A Roma, con la conclusione dell’intervento sul fregio di Angelo Zanelli, termina il restauro dell’Altare della Patria, avviato lo scorso marzo. Si tratta della zona centrale del Vittoriano, un grande altare laico progettato dall’architetto Giuseppe Sacconi dopo l’inaugurazione del monumento, incompleto, nel 1911. L’altare, dedicato alla Nazione e ai suoi valori, fu decorato con il fregio del lombardo Zanelli, che vinse il concorso bandito nel 1908 e finì il suo lavoro nel 1925. Il monumento torna dunque visibile agli occhi delle migliaia di persone che ogni giorno visitano il monumento a Vittorio Emanuele II e attraversano la centrale piazza Venezia.
La lunga campagna di restauro ha perseguito tre obiettivi fondamentali: la conservazione materiale dell’opera, che a ventitré anni dall’ultimo restauro versava in condizioni critiche a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici e dell’inquinamento; la restituzione della leggibilità al fregio di Zanelli e l’acquisizione di conoscenze sulle modalità di esecuzione dell’opera.
Per celebrare la conclusione dei lavori il 26 ottobre verrà aperta al pubblico la mostra La Dea Roma e l’Altare della Patria. Angelo Zanelli e l’invenzione dei simboli dell’Italia unita, nella Sala Zanardelli del Vittoriano. Nel percorso di visita saranno esposti al pubblico per la prima volta una selezione di gessi provenienti dalla Gipsoteca del Vittoriano e opere giunte in prestito da collezionisti privati e da altre istituzioni museali, come la Fondazione Brescia Musei. La mostra, curata dal professor Valerio Terraroli, e aperta fino al 25 febbraio con ingresso gratuito, consente di ripercorrere per intero la vicenda del celebre monumento, incrociando gli esiti delle ricerche documentarie con le novità emerse dal restauro. Il percorso include una sala immersiva che permette al visitatore di vivere un’esperienza coinvolgente entrando sia nella cerimonia di inaugurazione del Vittoriano nel 1911, sia nello stesso fregio di Zanelli.
La mostra e il restauro si inseriscono in un progetto di tutela e valorizzazione dell’Altare della Patria, ideato e realizzato da Edith Gabrielli, direttrice del VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia, con l’obiettivo sia di riscoprire la figura e le opere di Angelo Zanelli sia di condividere con il pubblico, ricercatori, cittadini e turisti, un luogo simbolo dell’Italia come l’Altare della Patria, dove, forse più nitidamente che altrove, si può ascoltare il battito della Nazione.
Senza cancellare i segni del passaggio del tempo, l’intervento di restauro ha consolidato la materia e restituito all’insieme il corretto equilibrio visivo. Oggi si può apprezzare fin nel dettaglio la qualità dell’opera, compresa la scelta polimaterica per la Dea Roma: sono ben visibili infatti sia l’oro del mosaico di fondo della nicchia sia l’argento della statuetta della Vittoria alata e della lancia. L’intervento ha coinvolto anche la Tomba del Milite Ignoto: la pulitura del marmo e il trattamento della corona bronzea e dei bracieri con la fiamma eterna le hanno conferito nuovamente piena dignità.
La mostra è stata visitata oggi in anteprima dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, e dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “L’Altare della Patria”, ha dichiarato il ministro Sangiuliano, “è un luogo che più di altri rappresenta l’identità nazionale ed il sentire comune degli italiani. Il mio obiettivo è quello di portare qui tanti giovani, affinché questo diventi un luogo che appartiene a tutti, che gli italiani considerino come la loro ’casa’, soprattutto le giovani generazioni”.
“Il Fregio dell’Altare della Patria”, ha sottolineato il ministro Crosetto, “costituisce un pezzo della nostra storia: va studiato e conosciuto dai giovani perché questa parte di monumento è stata realizzata da un ragazzo, da un giovane. È importante farlo conoscere perché rappresenta la forza di un giovane e quanto questa forza abbia inciso in uno dei monumenti più importanti per il nostro Paese”.
“Dopo Bronzo e Oro, questa su Zanelli è la seconda mostra focus promossa dal VIVE”, ha detto Edith Gabrielli. “Per molto tempo non solo Zanelli, ma tutti gli scultori attivi nel Vittoriano sono rimasti vittime di una mancata comprensione critica. La mostra contribuisce a cambiare il senso delle cose: essa aiuta i visitatori e, perché no?, anche gli studiosi a conoscerli meglio. Ne emerge un quadro diverso e certamente positivo: possiamo così affermare che il grande fregio dell’Altare della Patria è definitivamente restituito al pubblico e alla critica”. Il primo obiettivo della mostra, è infatti, rivalutare la figura di Angelo Zanelli (San Felice del Benaco, 1879 – Roma, 1942). L’artista conquistò fama a livello nazionale e anche internazionale grazie al fregio per l’Altare della Patria, come attestano le numerose commissioni per l’America Latina: dopo la sua morte, la sua figura è tuttavia caduta nel dimenticatoio. L’esposizione racconta l’intera carriera dell’artista bresciano, dagli esordi all’ingresso nel Pensionato Artistico Nazionale dell’Accademia di San Luca nel 1903 fino alle prestigiose commissioni degli anni Venti e Trenta, mettendone in luce le mutazioni stilistiche, dal verismo alla scelta simbolista ispirata ai modelli secessionisti viennesi, fino al neomichelangiolismo dei primi anni Venti e al novecentismo dei pieni anni Trenta.
Entro questa dimensione si colloca l’affondo specifico sull’Altare della Patria: la mostra consente di ripercorrerne per intero la vicenda, incrociando gli esiti delle ricerche documentarie con le novità emerse dal restauro. Il racconto comprende il concorso del 1908, il referendum popolare in occasione dell’inaugurazione del Vittoriano nel 1911 che portò alla definitiva vittoria di Zanelli, i vari stadi dell’esecuzione del fregio, l’inserimento della Tomba del Milite Ignoto nel 1921 e la collocazione della statua della Dea Roma nel 1925.
In mostra sono esposti 57 pezzi, compresi 44 elementi in gesso catalogati provenienti dalla Gipsoteca del Vittoriano che vantano un legame con l’Altare della Patria e il suo autore, restaurati anch’essi per l’occasione - un patrimonio fino a pochi mesi fa quasi sconosciuto. Importanti materiali giungono poi in prestito da istituzioni museali e collezionisti italiani. Nell’ottica di valorizzare la figura di Zanelli e di raccontare la storia dell’Altare della Patria, il percorso propone anche una sala di realtà immersiva: grazie alla potenza del digitale il visitatore potrà vivere un’esperienza coinvolgente entrando sia nella cerimonia di inaugurazione del Vittoriano nel 1911, sia nello stesso fregio di Zanelli restaurato, grazie alle immagini della campagna fotografica di Mauro Magliani.