A Roma, lo scorso 7 aprile, è stata sfregiata la tomba del Beato Angelico: vandali ancora ignoti si sono introdotti nella basilica di Santa Maria sopra Minerva, dove riposa il grande pittore, il cui vero nome era Guido di Pietro (Vicchio, 1395 circa - Roma, 1455), poi entrato in convento col nome di fra’ Giovanni da Fiesole, e hanno colpito la lastra tombale dell’artista sfregiandola in prossimità della testa. La lastra, colpita in più punti, è un’opera quattrocentesca dello scultore Isaia da Pisa (documentato dal 1447 al 1464), che era specializzato nella realizzazione di monumenti simili: suoi sono anche il sarcofago di santa Caterina da Siena (sempre nella basilica di Santa Maria sopra Minerva), il monumento funebre di papa Eugenio IV in San Salvatore in Lauro (1447-1453), il monumento funebre del cardinale di Portogallo, Antonio Martínez de Chávez, della basilica di San Giovanni in Laterano.
“Uno sfregio gravissimo che denota una totale mancanza di rispetto per il luogo e per l’oggetto in sè”, ha dichiarato a Repubblica Arianna Cajano, funzionaria della Soprintendenza di Roma incaricata di redigere il progetto di restauro. “Per fortuna”, ha aggiunto la funzionaria, “il danno è contenuto”. La Soprintendenza ha già fatto i sopralluoghi e sta redigendo il progetto di restauro: i finanziamenti giungeranno dal Fondo Edifici di Culto (FEC) del Ministero dell’Interno, proprietario dell’edificio.
Nella foto: Isaia da Pisa, la tomba del Beato Angelico (prima dello sfregio). Ph. Credit Miguel Hermoso Cuesta
Roma, lo sfregio alla tomba del Beato Angelico, un monumento del Quattrocento |