A Roma si è completata la terza fase del restauro delle facciate di Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia in Italia e dell’École française de Rome. Un evento di grande rilievo ha segnato la giornata di lunedì 9 dicembre, quando il pubblico radunato in Piazza Farnese ha potuto ammirare per la prima volta la facciata principale dell’edificio, sgombra dai ponteggi. Questa celebrazione, che ha visto la partecipazione di Martin Briens, Ambasciatore di Francia in Italia, e del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, rappresenta un traguardo nel lungo e accurato percorso di restauro che culminerà nel 2025, in occasione dei 150 anni della presenza francese nel Palazzo.
Il restauro di Palazzo Farnese è cominciato nel 2021 e, quando terminerà, permetterà di restituire alla facciata i colori originali dei materiali usati dai quattro grandi architetti che vi hanno lavorato, ovvero Antonio da Sangallo, Michelangelo, Jacopo Barozzi detto il Vignola e Giacomo della Porta. La fase 3 dei lavori, ovvero la manutenzione della facciata su Piazza Farnese, la revisione degli infissi e il restauro delle coperture, era cominciata nel 2024.
L’osservazione ravvicinata delle facciata dai ponteggi ha consentito di rivelare alcuni interessanti dettagli. Tra i particolari più affascinanti vi è il cornicione con teste di leone disegnato da Michelangelo, un tempo utilizzato come sistema di scarico per l’acqua piovana. Si tratta di un’opera composita, in cui teste originali del XVI secolo convivono con elementi del 1934, frutto di un precedente intervento di restauro.
I giochi cromatici dei mattoni in ocra e rosso, utilizzati per creare motivi geometrici e per evidenziare le cornici delle finestre in travertino, riportano alla luce l’intento artistico originario. Anche lo stemma dei Farnese, scolpito in marmo di Carrara e sormontato dai simboli del papato, è stato restaurato, così come il colore “verde” del bronzo del portone d’ingresso, d’ispirazione antica, è stato recuperato tramite indagini stratigrafiche e restaurato con una patina.
Uno dei principi fondamentali adottati è stato il rispetto delle tecniche storiche di restauro. I materiali originali sono stati studiati e conservati per quanto possibile, con analisi scientifiche volte a determinare la composizione di malte e intonaci, al fine di riprodurre fedelmente le superfici originarie. La pulizia dell’intonaco, il consolidamento delle pietre e la revisione delle coperture in tegole antiche sono stati eseguiti in armonia con i principi italiani del restauro dei monumenti storici.
Un aspetto innovativo del progetto è rappresentato dall’uso di materiali sostenibili e tecniche avanzate. Sotto le tegole romane esistenti è stato inserito un isolamento in sughero ventilato, per migliorare l’efficienza energetica senza compromettere l’aspetto originale dell’edificio. Inoltre, il restauro del tetto sopra il salone di Ercole ha rivelato una sorprendente capriata metallica in stile torre Eiffel, costruita nel primo quarto del XX secolo, che è stata accuratamente revisionata.
Parallelamente al restauro, Palazzo Farnese si è trasformato in un centro di produzione culturale. L’Ambasciata di Francia e l’École française de Rome hanno promosso iniziative per raccontare il “dietro le quinte” dei lavori, coinvolgendo artisti e ricercatori nella valorizzazione di questo straordinario patrimonio. Installazioni temporanee sulle palizzate del cantiere, eventi pubblici e attività online hanno permesso al pubblico di scoprire nuovi dettagli sulla storia e sull’arte del Palazzo.
L’ultima fase del restauro, prevista per il 2025, interesserà il muro di cinta del giardino e le coperture dei versanti di Via Giulia. Con un budget complessivo di 5,6 milioni di euro, il progetto è stato cofinanziato dai ministeri francesi dell’Europa e degli Affari esteri, e dell’Insegnamento superiore e della Ricerca. L’intero processo è stato guidato dall’agenzia di Pierre-Antoine Gatier, Capo Architetto dei Monumenti Storici francesi, con il supporto di un comitato scientifico italo-francese e sotto la supervisione della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma.