A Roma sono partiti i lavori per la realizzazione della stazione Venezia della Metro C: sarà inaugurata nel 2032 e sarà non soltanto una stazione della metropolitana, ma anche un museo archeologico. Ubicata sotto piazza Venezia, servirà il centro barocco di Roma (asse di Via del Corso, Piazza SS. Apostoli, Fontana di Trevi) collegandolo all’area archeologica di Via dei Fori Imperiali. Il corpo principale della stazione si collocherà nella parte centrale della piazza, fronte Vittoriano, in un’area attualmente occupata da sistemazioni a giardino e da sede viaria.
Profonda 45 metri, con muri perimetrali di contenimento dello scavo che raggiungeranno una profondità di 85 metri, ospiterà parte dei reperti antichi e delle strutture rinvenuti nel corso dello scavo: fra queste ultime anche le aule degli Auditoria di Adriano. Otto livelli interrati, tre accessi (uno lato piazza Venezia, uno lato Ateneo di Adriano e uno lato Vittoriano), e uno scavo che costituirà una importante occasione di conoscenza della Roma Antica.
Saranno infatti riportati alla luce resti di grande importanza storica e archeologica, e la nuova stazione darà dunque la possibilità di valorizzare i reperti inserendo la stazione Venezia all’interno di un sistema dei musei che, nelle vicinanze, conta sulla presenza di Palazzo Venezia, dell’Ateneo di Adriano, del Vittoriano e del Foro di Traiano-Augusto-Nerva. Il piano dell’atrio, posto a circa 7,5 metri di profondità dal piano campagna, sarà connesso, attraverso opportune opere di collegamento sotterraneo, al piano interrato di Palazzo Venezia, al sistema dell’Ateneo di Adriano e dei Fori Imperiali presso l’area della Colonna Traiana oltre che al Museo del Vittoriano. In corrispondenza di Palazzo Venezia è stata infatti prevista una discenderia aperta con due scale mobili e una scala fissa ed un ascensore vetrato, e lo stesso sistema collegherà la stazione ai Fori Imperiali, mentre il collegamento al Vittoriano sarà garantito da una discenderia aperta (una volta raggiunto il primo livello interrato della stazione tramite gli accesi al piano campagna di cui sopra, gli utenti avranno la possibilità, al sicuro dal traffico stradale, di poter accedere direttamente ai complessi museali).
La connessione richiesta tra atrio-museo della stazione e il Vittoriano avverrà attraverso un cunicolo di circa 60 m di lunghezza. L’accesso funzionale alla stazione in prossimità di questo snodo sarà assicurato da una discenderia aperta che connette la quota del piano campagna alla quota interrata sulla quale si attesta il cunicolo.
La connessione tra l’atrio-museo della stazione, l’Ateneo di Adriano e l’area archeologica della Basilica Ulpia/Colonna Traiana avverrà attraverso un percorso che partendo dall’atrio di stazione si sviluppa perimetralmente all’aula sud dell’Ateneo, incontrerà l’accesso alla stazione attestato su Via dei Fori Imperiali, e si inserirà quindi in un cunicolo di lunghezza circa 40 metri, che colmerà un dislivello altimetrico di circa 1,80 metri superato tramite una serie di rampe intervallate da opportuni pianerottoli. Il cunicolo terminerà innestandosi in uno degli archi della Basilica Ulpia, arrivando alla stessa quota altimetrica del terreno esistente. L’accesso alla stazione in prossimità dell’Ateneo di Adriano e dei Fori Imperiali sarà realizzato tramite una discenderia aperta (composta da una scala fissa di larghezza netta 3 m situata tra due scale mobili) e da un ascensore vetrato, i quali metteranno in comunicazione il livello stradale con l’atrio museo della stazione. A livello interrato l’atrio di stazione sarà in comunicazione con il percorso di fruizione dei resti delle aule dell’Ateneo, percorso accessibile sia dall’area dell’atrio museo, sia tramite l’area di stazione posizionata sul lato opposto delle aule rispetto all’altro accesso.
Il progetto architettonico parte dalla richiesta da parte della Soprintendenza di Roma di creare un livello della stazione che sia dedicato ad allestimento museale. Questo ha condizionato tutta la progettazione del livello atrio con le connessioni ai musei circostanti e ai ritrovamenti del luogo, ma è diventato anche spunto per caratterizzare tutti gli interni della stazione fino ai livelli più profondi. La nuova stazione mira infatti a restituire il valore della storia che si trova in superficie dotandosi di spazi che accolgano i resti archeologici, oltre che allestimenti museali fissi o temporanei. L’idea è che tutta la stazione possa diventare una sorta di nuovo museo per la città, un museo in verticale che accompagnerà l’utente della metropolitana nella sua discesa o risalita da o verso i treni. La scelta delle finiture sarà coerente con questa scelta progettuale di fondo e adotterà materiali neutri che consentano di valorizzare al massimo l’effetto degli spazi espositivi posti all’interno della stazione, spazi che saranno trattati con colorazione d’accento specifica.
L’area della stazione è infatti ricca di testimonianze archeologiche, com’è lecito aspettarsi in quest’area di Roma. Le indagini archeologiche compiute sull’area di Piazza Venezia a partire dal 2006 hanno messo in luce il tracciato della via Flamina che a partire dal 223 o dal 220 a.C corre in direzione Nord-Sud al centro della piazza proseguendo verso Nord lungo il tracciato dell’attuale via del Corso, dove aveva assunto il nome di via Lata a partire dalla costruzione delle mura Aureliane. La strada, con conformazione leggermente più stretta, continua a esistere in epoca medioevale fino alle demolizioni della realizzazione di Piazza Venezia a fine Ottocento. Sul lato orientale della via Flaminia, è stata rilevata la presenza di edifici a carattere commerciale e di un’insula del II-III secolo rinvenuta nello sterro necessario alla realizzazione delle fondazioni della sede delle Assicurazioni Generali. Nel 1932 invece, durante l’apertura di un cavo parallelo alla fronte del Palazzo delle Assicurazioni Generali, è stata messa in luce la facciata di un vasto edificio con tabernae situato ad ovest dell’insula. Tali vani, oltre ad avere un ingresso sulla via Lata, avevano anche un accesso sul lato opposto, dove si trovava un corridoio o via tecta; dall’altro lato di tale corridoio si apriva un’altra serie di vani, dei quali è stata vista solo una piccola parte di due ambienti. L’indicazione ricevuta in fase di progetto dalla Soprintendenza di Roma è stata quella di cercare una integrazione di questo sistema all’interno dell’atrio della stazione in modo da renderlo leggibile e filologicamente comprensibile.
Roma, via ai lavori della stazione Venezia della metro C: sarà anche un museo archeologico |