Risplendono dopo il restauro i mosaici trecenteschi del Battistero di Firenze


Dopo tre anni di restauro tornano a risplendere i mosaici trecenteschi delle pareti del Battistero di Firenze. 

Tornano a risplendere dopo tre anni di restauro i mosaici del Battistero di Firenze: i lavori sono stati infatti completati su quattro degli otto lati interni del Battistero fiorentino e, entro l’anno, si prevede di portare a termine il restauro delle pareti dell’intero ottagono. Intanto lunedì 25 gennaio si inizieranno a smontare i ponteggi del cantiere utilizzati per i lati restaurati, giorno in cui riapriranno al pubblico la Cattedrale di Firenze e la Cupola del Brunelleschi

Il grande intervento ha coinvolto oltre 1100 metri quadrati di superfici marmoree, oltre 100 metri quadrati di dorature e 200 metri quadrati di mosaici che raffigurano profeti, vescovi e angeli cherubini realizzati dai maestri fiorentini del Trecento. Il restauro è stato interamente finanziato dall’Opera di Santa Maria del Fiore, che “dal 2017 ad oggi ha investito oltre un milione e mezzo di euro” ha dichiarato Vincenzo Vaccaro, consigliere dell’Opera di Santa Maria del Fiore, aggiungendo che “il progetto odierno non riguarda il restauro dei mosaici della Cupola che eventualmente saranno oggetto di un successivo restauro”.

Dopo aver terminato il restauro delle facciate esterne, alla fine del 2017 ha preso il via quello delle pareti interne rivestite di marmo bianco, verde di Prato e mosaici: un intervento che si è rivelato molto complesso, interessando l’architettura, la struttura e la decorazione a mosaico. È stato affidato ai restauratori dell’Impresa Cellini e Claudia Tedeschi, sotto la direzione dell’Opera di Santa Maria del Fiore, l’alta sorveglianza della Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, e la collaborazione per le indagini diagnostiche con Università italiane e laboratori specialistici. 

Dalla campagna di studi e d’indagini diagnostiche mai compiute finora in modo così approfondito sono emerse molte scoperte sull’intero monumento e sulla sua storia: la tecnica musiva impiegata per i mosaici delle pareti rappresenta un unicum, poiché assolutamente originale; la presenza di una cera pigmentata sul verde di Prato utilizzata per coprire il bianco del calcare formatosi a causa delle infiltrazioni di acqua dalla copertura, rimossa per riportare alla luce il colore naturale della pietra; le tracce di foglia d’oro su uno dei capitelli dei matronei, che potrebbe essere la prova che originariamente fossero tutti dorati, che uniti al fondo oro dei mosaici della Cupola e parietali, illuminati dalle luci delle candele, dovevano lasciare stupefatto chiunque entrasse nel Battistero. 

L’idea originale di estendere alle pareti, anche se in origine non erano previsti, i mosaici compiuti sulla Cupola del Battistero venne tra il primo e il secondo decennio del Trecento: era necessario trovare un modo per sovrapporre i mosaici al rivestimento marmoreo. Vennero utilizzate tavelle in terracotta su misura,scalfite e fissate al marmo delle pareti con perni centrali di ferro saldati a piombo. “Sulle tavelle fu poi realizzata una sommaria sinopia e in seguito il mosaico col metodo diretto e a giornate, individuabili e leggibili ancora oggi” ha spiegato Beatrice Agostini, progettista e direttore dei lavori di restauro dell’Opera di Santa Maria del Fiore. “Anche l’impasto utilizzato per applicare le tessere del mosaico è un’assoluta particolarità, non fu impiegata una normale malta ma più un mastice, e proprio il degrado di questo composto ha rappresentato le problematiche più complesse affrontate da questo restauro”.

“Le esperienze maturate con i precedenti restauri” ha affermato Anna Maria Giusti, consulente storico artistico per il restauro, già direttrice all’Opificio delle Pietre Dure, “eseguiti nei decenni passati sui mosaici dei matronei e su una parte dei lati del Battistero, ancora non interessati dall’attuale intervento, hanno rappresentato un significativo metro di confronto ed evidenziato un degrado decisamente minore rispetto a quello delle superfici oggi restaurate”.

In occasione dei lavori è stata inoltre compiuta la pulitura del Monumento funebre dell’antipapa Giovanni XXIII, opera scultorea rinascimentale compiuta da Donatello e Michelozzo

A questo link il video

Ph.Credit Opera di Santa Maria del Fiore

Risplendono dopo il restauro i mosaici trecenteschi del Battistero di Firenze
Risplendono dopo il restauro i mosaici trecenteschi del Battistero di Firenze


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