Durante gli interventi di regolare controllo sulle strutture e sugli antichi manufatti artistici nel Duomo di Siena, è riaffiorato, rimuovendo la pala d’altare raffigurante lo Sposalizio mistico di Santa Caterina da Siena realizzata dall’artista fiorentino Pietro Dandini, un grande frammento di un antico affresco. Nonostante la consunzione della malta sono ancora visibili alcuni busti di sante, tutte con aureola dorata decorata a stampo. Si tratta di un’antica figurazione dipinta sul fondale della cappella tardomedievale che funge da ornamento a un trittico su tavola posto sull’altare. Di questo allestimento vi è una preziosa testimonianza raffigurata da Pietro di Francesco Orioli sulla copertina della Gabella del 1483 (oggi all’archivio di Stato di Siena), sulla quale si volle far dipingere l’omaggio delle chiavi della città alla venerata immagine della Madonna delle Grazie.
Grazie ai documenti cartacei conservati nel grande archivio dell’Opera del Duomo, è possibile risalire al nome dell’artista che affrescò il fondale della cappella al tempo dedicata a Sant’Antonio abate. Il 6 aprile 1400 Paolo di Giovanni Fei fu pagato ben 15 fiorini d’oro “per chagione di cierto lavorio che fecie a la cappella di sant’Antonio in duomo, cioè, di dipintura, per oro e azurro, e ogni altra sua spesa”. Quanto resta dei volti delle sante permette ancora di riconoscere la maniera di Paolo di Giovanni Fei (Siena, noto dal 1369 – morto nel 1411), uno dei maggiori pittori del tempo, che seppe recuperare la lezione dei grandi maestri del primo Trecento.
Fonte: MiBAC
Nell’immagine, l’affresco rinvenuto.
Rinvenuto nel Duomo di Siena un frammento di un antico affresco |