Ora la scultura dell’Idrofora, parte delle collezioni di Villa Albani Torlonia, è di nuovo completa: nel novembre 1978 era stata sottratta dal corpo della scultura la testa femminile in marmo. Ora l’Arma dei Carabinieri - Reparto Operativo Sezione Archeologia del Comando Tutela Patrimonio Culturale ha restituito la parte mancante alla statua.
Nel febbraio 2015, il Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale era stato informato dalla Fondazione che uno studioso tedesco aveva riconosciuto in una pubblicazione d’arte una testa in marmo, parte di una collezione privata di Zurigo, che sembrava corrispondere a quella asportata dalla statua nel parco di Villa Albani Torlonia. Le ulteriori indagini dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, condotte unitamente alla magistratura svizzera, hanno permesso di dimostrare che l’opera era stata ereditata in buona fede dalla moglie del collezionista, nel frattempo deceduto, e che, a seguito dell’expertise curata dalla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma del Ministero della Cultura che ne ha accertato la corrispondenza con l’opera trafugata, si era dichiarata disponibile alla restituzione. L’opera è stata rimpatriata nell’aprile 2022 e restituita alla Fondazione Torlonia, comodataria della Villa Albani - Torlonia, che ne ha curato il restauro e il riallestimento nella sua sede originaria.
“È con soddisfazione e riconoscenza che la Fondazione Torlonia saluta questo importante ritrovamento, da parte del Reparto Operativo - Sezione Archeologia del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale”, ha dichiarato il Presidente della Fondazione Torlonia Alessandro Poma Murialdo. “La conservazione del patrimonio è infatti il fondamento che orienta tutta la nostra attività. Il ritorno della testa dell’Idrofora acquisisce dunque un valore simbolico rispetto a questo impegno, che trova riscontro anche nei restauri che presentiamo oggi”.
Recentemente il team della dottoressa Annamaria Carruba ha restaurato il complesso scultoreo della Fontana di Nettuno, realizzato grazie al contributo dei Cavalieri del Lavoro, mentre il conservatore di Villa Albani Torlonia Edoardo Filippo Capasso ha condotto, grazie a un progetto biennale di supporto dello Studio Chiomenti al programma di conservazione, che ha consentito un’estensiva campagna di indagini scientifiche sulle opere, quelli dell’Anfitrite e dell’Atleta di Stephanos allievo di Prassitele sul quale sono state ritrovate importanti tracce di colore.
Inoltre si è appena concluso, grazie al contributo della maison Gucci e al lavoro dell’impresa Fratelli Navarra, il restauro del Tempio diruto, una finta rovina realizzata assemblando frammenti antichi, tipico divertissement modello per le altre grandi ville romane di epoca neoclassica.
Immagine su gentile concessione di Fondazione Torlonia.
Fondazione Torlonia, restituita la testa rubata nel 1978 all'Idrofora |