È partita la seconda fase del restauro delle Pescherie di Giulio Romano a Mantova, poste ai lati del ponte medievale che traversava il Rio, il corso d’acqua che attraversa la città dal lago Superiore al lago Inferiore. Costituite da porticati ad archi con attico e finestre rettangolari, erano collegate al macello pubblico edificato da Giulio Romano e demolito nel 1872.
Nell’Ottocento le Pescherie sono state ristrutturate e hanno perso la loro funzione originaria, ma costituiscono uno degli angoli più belli della città.
Da anni però le Pescherie non erano più accessibili alle persone ed erano in stato di abbandono. Grazie al progetto di restauro è stato recuperato l’accesso al Rio e con la seconda fase dell’intervento si recupereranno anche la Loggia e la sala soprastante. L’intervento complessivo prevede un costo complessivo di oltre un milione di euro.
Il restauro è reso possibile dalla Fondazione delle Pescherie di Giulio Romano, nata appositamente, a cui appartiene l’Associazione Amici di Palazzo Te e dei musei mantovani e anche un gruppo di privati cittadini. In particolare, sta notevolmente contribuendo al restauro un gruppo di imprenditori locali che ha deciso di investire in questo progetto 250mila euro. Tra questi, Guido Rovesta, amministratore delegato di Finservice, i fratelli Roberto e Katja Acquaroli di Sapiens, Angela Picozzi di Castor, azienda che opera nel settore della prototipia, la società Abaco, specializzata in soluzioni software per la gestione e il controllo delle risorse territoriali.
Mantova, imprenditori locali finanziano il restauro delle Pescherie di Giulio Romano |