È l’architetta Lina Ghotmeh (Beirut, 1980) l’artista selezionata per dare forma al nuovo Padiglione del Qatar ai Giardini della Biennale di Venezia. L’annuncio è stato dato l’8 aprile 2025 da Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, Presidente di Qatar Museums. La scelta è avvenuta al termine di un concorso internazionale promosso per individuare il miglior progetto destinato a inserirsi nel contesto storico e paesaggistico dei Giardini, centro espositivo della Biennale. La nuova struttura sorgerà in una posizione centrale, su un’area adiacente al celebre Padiglione Stirling. Sarà il terzo edificio ad essere realizzato in oltre cinquant’anni all’interno di uno dei luoghi simbolo dell’arte e dell’architettura internazionale. La committenza è affidata direttamente a Sheikha Al Mayassa, che seguirà l’intero iter per conto dello Stato del Qatar.
La proposta di Lina Ghotmeh si è distinta tra le candidature per la chiarezza del linguaggio architettonico e per la sua capacità di inserirsi nel tessuto storico e ambientale dei Giardini senza forzature. Il progetto è stato concepito per instaurare un dialogo aperto tra cultura qatariota e comunità internazionale, sottolineando il ruolo dell’architettura come mezzo di connessione e scambio. La struttura, oltre a rispettare l’ambiente circostante, sarà anche in grado di potenziarne la lettura, valorizzando l’identità del luogo. L’architettura pensata da Ghotmeh non si impone, si armonizza, instaurando un rapporto organico con il paesaggio e con le preesistenze architettoniche.
“Rivolgo le mie più vive congratulazioni a Lina Ghotmeh per l’assegnazione dell’incarico del Padiglione del Qatar nei Giardini de La Biennale di Venezia”, sostiene Sua Eccellenza Sheikha Al Mayassa. Il suo lavoro ispira pubblici nuovi e tradizionali grazie a una sensibilità profonda verso la condizione umana e a un linguaggio deciso e innovativo. Lina possiede una visione del mondo e una sensibilità nate nella sua terra d’origine, il Libano, che si sono estese ben oltre i confini culturali. Ha abbracciato con entusiasmo la nostra visione del Padiglione del Qatar come piattaforma per la creatività artistica, architettonica e culturale della nostra nazione e della regione che comprende Medio Oriente, Nord Africa e Asia meridionale. Desidero ringraziare Sua Altezza Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani per la sua visione e il suo sostegno nella realizzazione del Padiglione del Qatar. Ringrazio inoltre la Repubblica Italiana per la visione volta ad avvicinare le nostre due nazioni attraverso l’arte e la cultura; Maria Tripodi, Sottosegretaria di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; il Comune di Venezia e il Sindaco Luigi Brugnaro; Pietrangelo Buttafuoco, Presidente de La Biennale di Venezia; S.E. Khalid bin Youssef Khalifa Abdullah Al Sada, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario del Qatar; e S.E. Paolo Toschi, Ambasciatore della Repubblica Italiana presso lo Stato del Qatar”.
“Il mio team ed io siamo profondamente onorati di essere stati scelti per questo progetto tanto entusiasmante quanto significativo”, dice Lina Ghotmeh. “Il Qatar è un faro culturale per l’intera regione MENASA. È emozionante avere l’opportunità di progettare il Padiglione del Qatar negli storici Giardini de La Biennale di Venezia”.
Oltre al valore simbolico e culturale, il nuovo Padiglione del Qatar sarà caratterizzato da una forte attenzione alla funzionalità. L’interno sarà concepito come uno spazio flessibile e trasformabile, pronto ad accogliere progetti di arte e architettura contemporanea in forme sempre nuove. La versatilità sarà uno dei tratti distintivi della nuova costruzione: ogni espositore potrà reinterpretare lo spazio secondo la propria visione artistica e progettuale, in linea con lo spirito sperimentale della Biennale.
Fondatrice e direttrice dello studio parigino Lina Ghotmeh — Architecture, l’architetta franco-libanese è nota per un approccio progettuale che unisce ricerca, sensibilità contestuale e una visione profondamente umanista. I suoi lavori si distinguono per l’attenzione ai materiali, la memoria dei luoghi e l’equilibrio tra tradizione e innovazione.
Lina Ghotmeh, architetta libanese di fama internazionale, dirige lo studio parigino Lina Ghotmeh — Architecture, riconosciuto globalmente per un approccio progettuale che unisce sostenibilità, rigore concettuale e un profondo legame con la storia. La sua opera fonde artigianato tradizionale e innovazione, dando vita a un’architettura che guarda al futuro, con una forte attenzione all’ambiente e all’inclusività. La sua filosofia, definita “Archeologia del Futuro”, promuove una connessione intima tra storia, natura e materiali.
Tra i progetti più significativi di Ghotmeh vi sono il rinnovamento delle gallerie del Western Range del British Museum (annunciato a febbraio 2025), il 22° Padiglione della Serpentine a Londra (2023), gli Ateliers Hermès in Normandia (2023) – primo edificio industriale francese con emissioni ridotte e bilancio energetico positivo – la torre residenziale Stone Garden a Beirut (2020) e il Museo Nazionale Estone a Tartu (2016). Attualmente, lo studio è impegnato nella progettazione del AlUla Contemporary Art Museum in Arabia Saudita e del Padiglione del Bahrain per Expo 2025. Le sue opere sono state presentate alla 17. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia. Oltre alla sua carriera progettuale, Ghotmeh è una relatrice di spicco in conferenze internazionali e ha ricoperto ruoli accademici importanti presso istituzioni come Yale, l’Università di Toronto e la Harvard GSD. Ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Great Arab Minds Award (2023), il Schelling Architecture Award (2020) e il Prix Dejean dell’Académie d’Architecture francese (2016).
Lina Ghotmeh è stata scelta per progettare il Padiglione del Qatar dopo aver vinto un concorso internazionale indetto da Malcolm Reading Consultants per conto di Qatar Museums. Il concorso, che ha visto la partecipazione di nove finalisti selezionati tramite invito, ha avuto una durata di venti settimane per lo sviluppo delle proposte progettuali. Il Comitato di Advisory del concorso è stato presieduto da Rem Koolhaas, fondatore e direttore di OMA, e ha visto la partecipazione di esperti internazionali come Alejandro Aravena, Georges Arbid, Zeina Arida, Jean-Paul Engelen, Massimiliano Gioni, Catherine Grenier, Mona Ahmad Hussain, Manuela Luca-Dazio e Hafid Rakem.