Quest’oggi l’associazione Mi Riconosci? Sono un professionista dei Beni Culturali e l’organizzazione studentesca Link Coordinamento Universitario scendono in piazza a Roma e in altre città italiane (da nord a sud: Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Perugia, Pescara, Pompei, Campobasso, Bari, Lecce) per chiedere l’annullamento dei decreti che hanno introdotto la riforma Bonisoli: operazioni che, sostengono gli organizzatori, “hanno danneggiato il sistema museale italiano e aperto la porta alla privatizzazione dei più importanti musei statali del Paese, e per chiedere risorse per tutto il patrimonio culturale per rilanciare il futuro del paese”.
Il riferimento è al decreto ministeriale del 14 agosto, inviato ai dipendenti del MiBAC, e con il quale sono stati accorpati diversi musei in nuovi istituti, le direzioni territoriali delle reti museali, che secondo gli organizzatori del sit-in di protesta sono volti a “favorire la concentrazione dei flussi turistici ed economici in pochissimi luoghi, contro l’interesse dei cittadini italiani. Il Cenacolo Vinciano accorpato alla Pinacoteca di Brera, le Gallerie dell’Accademia di Firenze accorpate agli Uffizi, i Musei Nazionali di Venezia accorpati in un unico istituto, così come tutti i Musei Nazionali del Friuli-Venezia Giulia, delle Marche e dell’Umbria: questi accorpamenti, arrivati senza alcun confronto con i dipendenti ministeriali e con l’opinione pubblica, creeranno istituti mostruosi incapaci di funzionare, annullando progetti, gettando all’aria anni di impegno e impedendo la crescita dei Musei statali, privi di una guida e trasformati in filiali di istituti più grandi”.
Nel decreto si spiega che la Direzione Generale Musei deve “favorire la creazione di nuove fondazioni museali”, ed è per questa ragione che secondo gli organizzatori viene spianata la strada alla nascita di fondazioni private che gestiscano i nostri musei statali.
“Tutta questa enorme riorganizzazione, profondamente dannosa per il futuro del Patrimonio culturale pubblico italiano”, denuncia Benedetta Lisotti, membro dell’associazione Mi riconosci, “è stata sancita per decreto da un governo dimissionario alla vigilia di Ferragosto: il più nascostamente possibile. A Roma e nel Lazio la riforma porta ad accorpare i musei etruschi della toscana e della Tuscia con il museo etrusco di Valle Giulia istituendo i musei nazionali etruschi. Il Parco dell’Appia antica dal 22 agosto non esiste più, mettendo a rischio la salvaguardia del patrimonio”.
Per tutte queste ragioni gli organizzatori hanno lanciato la mobilitazione nazionale, con la promessa che altre giornate di protesta e proposta verranno organizzate a breve.
Nella foto: un’immagine dal sit-in a Pompei.
Una manifestazione contro gli accorpamenti dei musei italiani e le privatizzazioni, e per chiedere più risorse |